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Esperimento inglese, a scuola pagati per superare l'esame

Esperimento inglese, a scuola pagati per superare l’esame
di CINZIA SGHERI

 

Studenti pagati per sostenere gli esami, ma soprattutto per superarli a pieni voti. Succede in una scuola secondaria del Regno Unito, la City Academy di Bristol, dove 165 sedicenni alle prese con il GCSE (General Certificate Secondary Education, una sorta di esame intermedio) si sono portati a casa un totale di 37.000 sterline per aver ottenuti buoni voti. In media, ogni studente facendo gli esami ha guadagnato circa 180 sterline (un po’ più di 250 euro) e qualche “secchione” è riuscito a mettersi in tasca addirittura fino a 410 sterline (oltre 600 euro). Altre 8.500 sterline sono state distribuiti a 17 studenti che hanno brillantemente superato l’A-level, l’esame che, come per noi la maturità, permette l’accesso ai corsi universitari.

All’interno del programma “Achievement and Incentives” (questo il nome dell’iniziativa messa in atto nella scuola di Bristol), ad ogni studente viene imposto il raggiungimento di un obiettivo minimo in termini di voti. Non tradire l’aspettativa significa intascare subito 10 sterline, cui si aggiungono 5 sterline di bonus per ogni obiettivo superato. Ray Priest, il preside della scuola, dichiara che non si tratta di un’operazione che mira a “corrompere” gli studenti: “Sono convinto che chi lavora duro per raggiungere i propri obiettivi vada premiato ed è innegabile che gli incentivi abbiamo contribuito a far crescere l’entusiasmo e la motivazione negli studenti”. E se dalla National Union Teachers fanno sapere che forse sarebbe meglio spendere questi soldi per migliorare il livello complessivo dell’istruzione, in casa nostra non manca l’apprezzamento per questa coraggiosa iniziativa.


“Beati loro che se lo possono permettere. Prima di esprimere qualsiasi giudizio di merito non posso non considerare l’aspetto economico e paragonarlo alla nostra situazione, che è di grave penuria di risorse anche per fronteggiare i bisogni essenziali della scuola – commenta Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale presidi e direttori didattici – Battute a parte, riconosco in questo progetto un’espressione tipica del pragmatismo anglosassone, difficilmente attuabile alle nostre latitudini, ma non ci trovo nulla di riprovevole. E’ un modo di paragonare l’attività dello studio, che è un lavoro intellettuale, all’attività professionale e non mi sembra del tutto sbagliato. Anche in Italia del resto esiste uno strumento simile. Si tratta delle borse di studio, che da noi però coniugano al merito scolastico anche particolari condizioni di disagio economico, mentre a Bristol mi pare di capire che l’operazione sia più netta e rivolta a premiare soltanto gli obiettivi raggiunti”.

Pare che il livello dei voti raggiunti dagli studenti della City Academy di Bristol si sia notevolmente alzato da quanto, tre anni fa, è partito il programma di incentivi, sotto il patrocinio del progetto governativo New Deal for Communities. “Non mi meraviglia che i voti siano migliorati – conclude Rembado – In un mondo che monetizza qualsiasi cosa, anche sugli adolescenti la leva economica ha di sicuro una presa immediata. Del resto si può discutere di alcuni aspetti della nostra cultura occidentale, ma è necessario riconoscere che è molto pervasiva e la scuola non sempre può permettersi di andare contro corrente”.
(18 novembre 2005) http://credit-n.ru/offers-zaim/viva-dengi-credit.html http://credit-n.ru/blog-listing.html

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