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Cosa vedere a Londra (150 luoghi) Impara l'inglese: archivio di oltre 200 mila testi di canzoni 


John Fogerty: fans in ferie per seguire il tour

John Fogerty: i fans si mettono in ferie per seguire il tour   
 
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da Londra

John Fogerty ha centinaia di migliaia di fan che lo amano come un guru. Al vernissage del suo tour europeo una folla di fedelissimi che hanno preso le ferie per seguire giorno per giorno le tappe dei suoi show ha preso d’assalto l’Apollo Hammersmith di Londra. Non proprio teen-ager: ma entusiasti che alle prime note di Down on the Corner e Keep on Chooglin’ si accalcano sotto il palco ballando, cantando e agitando bandiere.
Al momento dei bis, l’arcinota Proud Mary e la durissima Rockin all over the World le mura del teatro tremano.  È la breve cronaca del grande ritorno del chitarrista che tra il ’69 e il ’70 ha strapazzato le hit parade mondiali, conquistando in un sol colpo un ruolo di prestigio nell’Empireo del rock e contemporaneamente il disprezzo di una certa intellighenzia hippy. «I Creedence sono dei provocatori che fanno musica da supermarket – tuonò Jerry Rubin – noi siamo il futuro». A distanza di 40 anni gli hippy sono finiti nel dimenticatoio, Fogerty è in forma smagliante, con quella voce esplosiva ed autoritaria,  con quella chitarra che infila magici riff uno dietro l’altro. E vai a tutto ritmo con Green River, Fortunate Son, Bad Moon Rising, l’inno generazionale Who’ll Stop the Rain (che il Boss esegue spesso dal vivo), la giurassica Porterville per dipingere con energiche pennellate una serie di quadri senza età e senza tempo. Una nuova magia di Fogerty; cucire il passato al presente attraverso il rockabilly del 2000. Lui è scatenato, domina il palco con consumata freddezza ma al tempo stesso con emozionato abbandono.
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Geri Halliwell forse si ritira. Poi un lavoro con la baby-sitter di Kate Moss?

Geri Halliwell forse si ritira. Poi un lavoro con la baby-sitter di Kate Moss?

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Geri Halliwell, visto anche il devastante flop del suo ultimo album, avrebbe deciso di ritirarsi dal mondo del pop. Secondo quanto riporta un domenicale britannico, adesso che la cantante è diventata mamma, Geri non avrebbe in mente altro che buttarsi in un nuovo business basato sui bambini. Si tratterebbe di una sorta di asilo, che se dovesse l’idea dovesse concretizzarsi sarà situato nella parte settentrionale di Londra, per bimbi che hanno mamme in carriera. Il nome ci sarebbe già: MOTG, acronimo per Mums On The Go. Tra le sue amiche che la ex Ginger Spice starebbe cercando di coinvolgere ci sarebbe Jade Frost, la baby-sitter di Lila, la figlia di Kate Moss.
Nonostante sia ormai trascorso parecchio tempo dal parto, la cantante si troverebbe ancora, a quanto pare gradita ospite, presso l’abitazione di George Michael.

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Londra: i costi della Monarchia

Londra: i costi della Monarchia

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Nonostante l’apparenza la monarchia inglese è davvero a buon mercato: ogni cittadino paga 90 centesimi di euro (62 pence) all’anno per mantenere la famiglia reale. Il dato emerge dalla pubblicazione dei conti pubblici del 2005 della Regina Elisabetta. La spesa ha registrato un aumento del 4,2% rispetto al 2004 salendo così a circa 54,15 milioni di euro, a causa dei più intensi controlli di sicurezza a Buckingham Palace.
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Londra: arriva la tassa a tempo e su smog

Londra: arriva la tassa a tempo e su smog

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LONDRA – Entrare nel centro di Londra è sempre più difficile: la ‘congestion charge’, il ticket di quasi 12 euro che bisogna pagare per entrare con l’automobile nel centro, presto sarà sostituita da “pedaggi intelligenti”, di ammontare variabile a seconda del tempo trascorso a bordo della vettura e delle emissioni emanate dal veicolo.

Transport for London (Tfl), l’autorità per i trasporti della capitale, sta infatti mettendo a punto un avanzato sistema di tariffazione che ritiene potrebbe divenire un modello anche per altre città del Regno Unito alle prese con gravi problemi di traffico.
Secondo quanto anticipato dal quotidiano britannico The Times, coloro che entrano regolarmente nella zona a pagamento infatti avranno un dispositivo elettronico montato sul cruscotto, il quale verrà letto da apposite macchinette installate ai margini della strada.

Gli automobilisti così non dovranno più ricordarsi di pagare il pedaggio in anticipo, perché l’ammontare sarà dedotto da appositi conti pre-pagati. Inoltre chi va nel centro fuori dagli orari di punta e per breve tempo, ad esempio solo per fare una commissione, pagherà in questo modo molto meno di coloro che usano l’automobile nelle ore del giorno più trafficate.

Chi fa turni di lavoro notturni ed esce dalla zona la mattina, guidando in senso opposto rispetto al flusso del traffico, pagherà la tariffa più bassa o potrebbe anche essere esentato tout court dal pagamento. I più penalizzati dal nuovo sistema saranno invece i conducenti di veicoli altamente inquinanti, come i Suv o le auto con 4 ruote motrici, i quali potranno sborsare fino al doppio o addirittura il triplo del pedaggio imposto ai proprietari di macchine piccole.
Le tariffe non sono ancora state stabilite, ma il sindaco di Londra Ken Livingston ha già anticipato di essere favorevole ad un pedaggio massimo di almeno 20 sterline (29 euro circa).

“Penso che abbiamo raggiunto l’apice quanto a reazione del pubblico nei riguardi del cambiamento del clima”, aveva dichiarato Livingstone tempo fa. “Credo che dobbiamo modificare significativamente il modo in cui viviamo. Stiamo già lavorando alla possibile introduzione di una più sofisticata congestion charge. Perciò, sarei molto a favore di un pedaggio di 20 sterline per le automobili che producono due o tre volte il quantitativo normale di emissioni di carbonio”, aveva sottolineato il primo cittadino della capitale.
Tfl vorrebbe introdurre i nuovi pedaggi a partire dal 2009, quando subaffitterà nuovamente il contratto per la gestione della ‘congestion charge’.

Fra i progetti futuri dell’ente, vi è anche quello di quello di dotare entro il 2015 ogni automobile di un dispositivo satellitare di localizzazione che consenta di rilevare in tutta Londra le distanze percorse da ciascun veicolo per imporre pedaggi proporzionali ai chilometri percorsi.

Michelle Dix, dirigente della Tfl, ha puntualizzato che gli automobilisti non saranno obbligati a installare il tag elettronico o il dispositivo satellitare, ma saranno fortemente incentivati in tal senso per evitare che debbano fornire i loro dati ogni volta che devono entrare nel centro della capitale.

“La gente forse non desidera avere a bordo della vettura apparecchi che li localizzano dappertutto. Non renderemo pertanto il dispositivo obbligatorio”, ha affermato la Dix.

Intanto, un’indagine pubblicata oggi dal pomeridiano Evening Standard ha rivelato che il traffico a Londra sta progressivamente peggiorando e tornando ai livelli in cui era prima dell’introduzione nel 2003 della congestion charge. Gli autobus vanno così a rilento, che è più veloce andare a piedi quando la tratta da percorrere non supera i 3 chilometri.
 

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Londra: The Reverse

Londra: The Reverse 

articolo di Katia de Mei 

Come spesso capita abbiamo bisogno di farci segnalare dall’estero i nostri lavori migliori. E è il caso di The Reverse , album d’esordio del progetto omonimo, che nasce da un’idea originale di DJ Myke (Men In Skratch) e del chitarrista Svedonio. Il lavoro è stato difatti scovato nei meandri dell’incantevole Umbria, dove ha visto la sua origine, da quell’infaticabile talent scout e cool hunter musicale qual’è Jon Sexton della Copasetik Recordings, una delle più interessanti e contaminate label inglesi (ha scoperto e promosso, tra gli altri, nomi del calibro di The Prodigy, Tricky, Massive Attack, Finley Quaye).
Sexton ha deciso quindi di produrre l’album a Londra, facendolo mixare niente meno che al Mayfair Studios da Nigel Godrich dei Radiohead e masterizzare negli storici Abbey Road Studios. In effetti la pasta sonora dell’album risente di questo trattamento di lusso e risulta straordinaria all’ascolto. In particolare i raffinati interventi dello scratch di DJ Myke. Dati questi nobili natali londinesi, l’omaggio ai Beatles non poteva ovviamente mancare. Nell’album è presente una traccia che reinterpreta solo con i giradischi, in una versione stupefacente e dalle atmosfere darkeggianti, il mitico brano di Jon Lennon, Imagine.
E il giradischi, la pratica del djing più autentico, il turntablism, è il cuore generatore di The Reverse. Da mero riproduttore di suono, il giradischi diventa strumento musicale vero e proprio, e costruisce la struttura ritmica portante su cui la chitarra e il basso intervengono. La consuetudine a suonare insieme in studio, in una sorta di jam session aperta, è alla genesi della “reverse music”. Scardina e apre il loop, l’unità minima di senso della musica elettronica, contaminandolo con la pratica di improvvisazione di matrice jazzistica, e anche con l’energia dissacrante del rock. Abolizione spiazzante dei generi musicali quindi, che dall’hip hop arriva con nonchalance al jazz, al funky, al dub. Loro lo chiamano “vintage futurism”: un’inedita mista di sapori diversi.
Un sound che ha conquistato una band che ha rivoluzionato la scena musicale degli anni novanta, i Prodigy, che hanno voluto i Reverse come special guest della loro tournée italiana. Secondo l’autorevole Rolling Stone, si ha sensazione che The Reverse sia “qualcosa di veramente diverso, che in Italia non c’è ancora”. E che qualcosa in effetti stia cambiando lo dice anche il fatto che questo progetto rappresenti una delle novità più sorprendenti nel calendario 2006 di un festival paludato come Umbria Jazz.
Per la cura dell’artwork e dell’immagine visiva del progetto, ha collaborato il writer ed emergente artista visivo zedone, che ha realizzato la divertente ed ironica copertina dell’album e l’agghiacciante serie fotografica Broken arms, i ritratti ufficiali dei componenti del progetto The Reverse, che per identificarsi non mostrano il loro volto ma solo un arto mozzato, intento a suonare.
Al progetto hanno collaborato anche dj Aladyn (Radio Deejay) ai giradischi, Lillo al basso, le voci di Sabrina e Esa, i sintetizzatori di Rastea. In Italia l’album è distribuito dalla Wide Records.
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