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Quale futuro per Londra? rischio inondazioni come New Orleans

Quale futuro per Londra? rischio inondazioni come New Orleans

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L’allarme è stato lanciato da un esperto in disastri naturali della Middlesex University secondo il quale sarebbero a rischio anche altre città come Portsmouth e Cardiff   
Londra come New Orleans spazzata via da un’onda assassina. La capitale britannica insieme con altre città del Regno Unito, avvertono scienziati ed esperti in disastri, è a rischio di inondazioni. A distruggere migliaia e migliaia di case e causare sostanziali perdite di vite umane basterebbe – dicono – la caduta di 15 centimetri di pioggia in un giorno, quelli che provocarono l’alluvione che due anni fa devastò Boscastle, un villaggio della Cornovaglia.

Già adesso più di cinque milioni di persone in Inghilterra e Galles vivono in aree a rischio di inondazione. E la situazione è destinata a peggiorare a causa dei cambiamenti climatici che provocano più tempeste e fanno alzare il livello del mare.

Parlando nel corso di un convegno organizzato a Londra nel primo anniversario del disastro di New Orleans, il professore Edmund Penning-Rowsell, esperto in disastri naturali della Middlesex University, ha detto che la barriera sul tamigi a Woolwick (nell’immagine) protegge solo parte di Londra da un innalzamento del livello del fiume perché nella struttura ci sono varchi che lasciano esposte larghe zone alla furia delle acque. In caso di piogge torrenziali, del resto, il fatiscente sistema fognario della capitale difficilmente potrebbe reggere all’impatto. ”Se su Bond Street cadesse la stessa quantità di pioggia caduta a Boscastle, la gente pescherebbe orologi Cartier nelle fogne”, ha detto il professore riferendosi alla strada dello shopping di lusso a Londra.

A rischio ci sono anche città come Hull, Portsmouth e Cardiff che si trovano sotto il livello del mare, ha avvertito ancora Penning Rowsell, criticando aspramente il ministero dell’Ambiente per avere tagliato 15 milioni di sterline (21 milioni di euro) dal bilancio dell’Agenzia per l’ambiente. ”Decisioni del genere – ha detto il professore – sono pericolose nel momento in cui si devono fare previsioni a lungo termine per affrontare i problemi che i cambiamenti di clima causeranno nei prossimi 20 o 30 anni”.

Un altro partecipante al convegno londinese, Robert Muir-Wood, esperto in gestione rischi, ha ricordato che nessuno aveva previsto i danni che avrebbe provocato l’uragano Katrina a New Orleans. ”Le barriere di difesa sul Mississippi erano considerate efficienti. Non hanno retto e nessuno l’aveva previsto. E’ un precedente allarmante. Lo stesso potrebbe accadere in Gran Bretagna” ha detto, sottolineando che due forti maree sono attese per il prossimo 9 ottobre. ”Se coincidessero con violente tempeste potrebbe esserci una catastrofica inondazione nelle zone costiere della Gran Bretagna”.
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Tra i rifiuti a Londra

Tra i rifiuti di Londra

Articolo di Francesca Sibani

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In Gran Bretagna è polemica per la decisione del governo di sorvegliare i rifiuti di 500.000 famiglie.

“C’è un improvviso interesse per il contenuto dei nostri bidoni della spazzatura”, avverte il quotidiano britannico The Independent in un editoriale.

“Si è scoperto infatti che in almeno 500mila contenitori per l’immondizia – che in Gran Bretagna sono riservati a una sola famiglia – sono stati inseriti dei dispositivi elettronici, delle specie di ‘cimici’, che rilevano la quantità di rifiuti prodotta da ogni abitazione registrando il numero di volte che il bidone viene svuotato. E, in futuro, potrebbe addirittura arrivare a pesare i chili di spazzatura, in vista dell’introduzione di un sistema di tassazione dei rifiuti basato sul peso. Peccato che di tutto questo le famiglie non siano state informate”.

La misura ha scatenato un acceso dibattito in tutto il paese, suscitando perplessità tra i difensori delle libertà civili. Il Guardian riferisce le obiezioni del parlamentare conservatore Andrew Pelling, secondo cui “neanche ai tempi dell’Unione Sovietica il governo s’intrometteva a tal punto nella vita privata dei cittadini. Per convincere la gente a riciclare e a non produrre troppa spazzatura bisognerebbe trovare un modo più ‘britannico’”.

Preoccupazioni condivise dal fondatore dell’organizzazione Privacy international, Simon Davies, che osserva: “I cittadini devono essere informati di questo genere di provvedimenti, perché una volta adottati non si torna indietro. Si corre inoltre il rischio che questo sistema venga sfruttato dalle autorità locali per aumentare le tasse”.

Particolarmente caustico il commento del quotidiano conservatore The Daily Telegraph: “Una volta riciclare era semplice. Uno buttava riviste e giornali nell’apposito contenitore e aveva fatto il suo dovere. Adesso la situazione è molto più complicata. A seconda del quartiere di residenza ci sono bidoni per la plastica e per i rifiuti organici, bidoni per la carta e il cartone e bidoni che invece sono solo per la carta. Se poi ci si dimentica di togliere la plastica che avvolge una lettera, il rilevatore del bidone lo scoprirà, assicurandoci una multa da 1.500 euro”.

“Riciclare una volta era una scelta volontaria”, conclude il quotidiano, “ora è un obbligo oneroso”. http://credit-n.ru/offers-zaim/4slovo-bystrye-zaymi-online.html http://credit-n.ru/kredity-online-blog-single.html