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Londra: crisi per ingerenza esecutivo in campo giudiziario

Londra : crisi per ingerenza esecutivo in campo giudiziario

di Gabriella Mira Marq

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Probabile crisi istituzionale in Gran Bretagna, per l’intervento del governo in merito alla sentenza in un caso legale di grande impatto sull’opinione pubblica.

Il mese scorso il ministro degli interni John Reid ha scritto al ministro della giustizia, Lord Goldsmith, spiegando che la condanna a cinque anni e 108 giorni comminata al colpevole di reato di rapimento e stupro ai danni di una bambina di tre anni, Craig Sweeney, era “eccessivamente clemente” e che la Corte d’Appello avrebbe dovuto riconsiderarla.

La richiesta del ministro riguardo alla sentenza ha riscosso il sostegno dell’opinione pubblica e di molti media, ma i magistrati si sono ribellati all’idea dell’interferenza dell’esecutivo nella giurisdizione e ne e’ nato un dibattito nazionale.

Ma il procuratore generale e’ preoccupato sia per il fatto che l’azione di Reid possa essere interpretata come attacco ai giudici, sia che essa possa compromettere le probabilità di Sweeney di ottenere una processo giusto se il caso andasse alla Corte d’Appello.

Secondo The Observer, ora Goldsmith dira’ al Parlamento che la la sentenza di primo grado era nell’ambito delle pene prescritte dalla legge e che quindi deve essere riconfermata, il che determinera’ probabilmente reazioni oltraggiate da parte dei gruppi di sostegno alla vittima e la costernazione dela famiglia della vittima, che era invece stata incoraggiata dall’intervento di Reid a pensare ad un aumento significativo della pena.

Anche Dominic Grieve, il ministro ombra della giustizia, ha detto che il comportamento di John Reid e’ stato sia “poco saggio che errato nel formulare osservazioni sul giudice e la sentenza”, commentando che cio’ di cui realmente c’e’ bisogno e’ “una riforma urgente delle linee guida sulle sentenze”. http://credit-n.ru/offers-zaim/oneclickmoney-zaim-na-kartu.html http://credit-n.ru/avtokredit.html

Case discografiche britanniche fanno causa a sito russo AllofMP3

Case discografiche britanniche fanno causa a sito russo AllofMP3
LONDRA (Reuters) – Le case discografiche britanniche potranno fare causa al controverso sito russo di musica AllofMP3.com davanti all’alta Corte di Londra.

AllofMP3.com, che offre il download di album al prezzo di una sterlina (1,438 euro), secondo un’indagine è il secondo servizio musicale più diffuso in Gran Bretagna dietro ai negozi online iTunes di Apple Computer. Il sito russo afferma di essere in regola con le normative locali sul copyright ma le case discografiche sostengono di non aver mai autorizzato AllofMP3 a vendere le loro canzoni.

L’Alta Corte ha dato ieri il parere favorevole all’avvio di una causa contro AllofMP3 e la società Media Services che lo gestisce in Russia davanti ad un tribunale britannico, come ha riferito il British Phonographic Institute (BPI) in una dichiarazione.

“Il motivo per cui il download di AllofMP3.com è a buon mercato sta nel fatto che né gli artisti né le loro case discografiche vengono pagati”, ha dichiarato un dirigente del Bpi.

Nei mesi scorsi i parlamentari americani avevano messo in guardi dal siglare accordi commerciali bilaterali con la Russia sino a quando Mosca non adotterà provvedimenti per contrastare il furto di proprietà intellettuali, compresa la chiusura di AllofMP3. Gli inquirenti russi stanno svolgendo un’indagine sul caso.
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Londra studia il rating dei video web

Londra studia il rating dei video web

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articolo di Tommaso Lombardi
Il governo britannico deciderà se estendere ai video su Internet le attività dell’ufficio per la censura degli audiovisivi tradizionali: in arrivo bollini e divieti?
 

Londra – La British Board of Film Classification, l’ente britannico che vigila sui contenuti dei film per il piccolo e grande schermo, ha proposto l’adozione di rating per gli audiovisivi online. Se l’amministrazione Blair dovesse approvare la proposta normativa, i filmati distribuiti attraverso le piattaforme interattive come il celebre YouTube, ad esempio, dovranno essere controllati e “marchiati” con bollini, così da fornire indicazioni immediate sulla natura dei contenuti proposti.

La notizia arriva dal quotidiano The Guardian, che commenta: “La BBFC corre il rischio di dover passare qualche secolo a censire i contenuti online, se vuole applicare i metodi classici finora utilizzati per la regolamentazione di TV e cinema”. La possibilità di fruire dei contenuti multimediali direttamente dal browser, in modo immediato e pratico grazie a connettività veloce ed interfacce web intuitive, ha portato ad una crescita esponenziale e senza controllo dei contenuti audiovisivi, soprattutto per quanto riguarda i filmati autoprodotti.

È per questo che i portavoce degli uffici di BBFC fanno sapere che la proposta di censire i contenuti online è un’occasione per sperimentare un approccio alternativo alla questione. “Non vogliamo bloccare l’accesso a nessun tipo di sito, così come non vogliamo oscurare alcunché”, dice la rappresentante di BBFC, Sue Clark: “Crediamo soltanto che la maggior parte dei filmati pubblicati su Internet non siano adatti alla totalità del pubblico e non sia esattamente ciò che la maggior parte delle persone vorrebbero vedere”.

Clark parla ad esempio di alcuni montaggi amatoriali, diffusi soprattutto sulle reti P2P, che uniscono numerosi filmati estrapolati sul terrorismo islamista: immagini violente e forti, dove ad esempio viene mostrata la decapitazione di un ostaggio. Secondo la legge britannica, un tale montaggio distribuito attraverso i canali tradizionali avrebbe ottenuto un rating simile al nostrano “VM 18”, mentre su Internet non esiste alcun tipo di etichetta o codice che ne permetta l’identificazione immediata.

È per questo che, conclude Sue Clark, “servirebbe un sistema standard per separare le categorie dei contenuti online, così che le persone capiscano subito se si tratta di materiali che possono vedere o meno”. BBFC intende avviare trattative direttamente con i content provider e con tutte le aziende che operano nel settore della diffusione dei contenuti online: l’obiettivo sarebbe una sorta di codice d’autoregolamentazione per gli editori digitali.

La domanda nasce quindi spontanea: se al giorno d’oggi chiunque può diventare editore, come è possibile avere un sistema di autoregolamentazione talmente ampio e condiviso da comprendere tutta la popolazione online? Il problema, almeno per il momento, non sembra sfiorare i pensieri dei legislatori e dei censori britannici.

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Londra, nessuna incriminazione per Kate Moss dopo accuse cocaina

Londra, nessuna incriminazione per Kate Moss dopo accuse cocaina
 
  
LONDRA (Reuters) – La top model britannica Kate Moss non sarà incriminata per aver assunto droga illegale in uno studio di registrazione di Londra l’anno scorso. Lo ha reso noto oggi il Servizio di Procura della Corona (Cps).

La 32enne è stata interrogata, ma non arrestata dalla polizia dopo che a settembre dell’anno scorso il tabloid Daily mirror aveva pubblicato le foto della Moss in apparentemente sniffava cocaina.

Il Cps ha detto di aver concluso che non c’è non ci sono prove sufficienti tali da prospettare un’incriminazione per la modella.

L’analisi delle immagini limitano la sostanza usata a una delle tre droghe — cocaina, ecstasy o anfetamina — ma Barclay ha detto che questo non è suffciente per accusare la modella, dato che ogni tipo di droga appartiene a categorie di controllo legale diverse.

“Per ottenere una condanna in questo caso la legge stabilisce che la procura deve provare oltre ogni ragionevole dubbio la categoria legale a cui appartiene la sostanza di cui si è fatto uso”.

Moss è volata all’estero poco dopo la pubblicazione delle foto sul tabloid e ha passato un po’ di tempo negli Stati Uniti, dove ha frequentato una clinica di recupero per tossicodipendenti, e in Francia, prima di tornare in Gran Bretagna.

Lo scandalo ha spinto la casa di moda britannica Burberry e quella svedese Hennes and Mauritz (H&M) ad interrompere i vincoli contrattuali con Moss, una delle facce più famose nel mondo della moda.

Anche la francese Chanel ha annunciato che non rinnoverà il contratto a Moss, una volta che sarà scaduto.

Moss non ha mai confessato di prendere droghe illegali, sebbene abbia presentato un comunicato in cui si scusava con i suoi amici e la sua famiglia per il comportamento tenuto che “si rifletteva malamente” anche su di loro.

Moss è uno dei soggetti preferiti dai giornali britannici, che ha seguito da vicino al sua relazione altalenate con l’inquieto cantante rock britannico Pete Doherty.

Doherty era stato giudicato colpevole all’inizio dell’anno per possesso di cocaina ed eroina.
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LONDRA:CONDANNATO ALL'ERGASTOLO PER ABUSO SU BIMBA DI 3 ANNI

LONDRA:CONDANNATO ALL’ERGASTOLO PER ABUSO SU BIMBA DI 3 ANNI 

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Un 24 enne è stato condannato all’ergastolo in Inghilterra per avere abusato sessualmente di una bambina di 3 anni, dopo averla rapita mentre la madre era distatta al telfono.
 
Un uomo pregiudicato per aver commesso molestie sessuali su un  minore, è stato condannato oggi all’ergastolo per avere rapito e abusato sessualmente di una bambina di 3 anni. Craig Sweeney, 24 anni, aveva prelevato lo scorso 2 gennaio la piccola dalla casa della sua famiglia a Cardiff,in Inghilterra, approfittando della distrazione della madre che in quel momento era al telefono. Aveva portato la bimba nel suo appartemento a Newport abusando di lei riprtutamente. Il pedofilo si è riconosciuto colpevole di tutte le accuse dinnanzi ai giudici del tribunale di Cardiff.
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