Articoli su Londra

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Cosa vedere a Londra (150 luoghi) Impara l'inglese: archivio di oltre 200 mila testi di canzoni 


Tra un anno a Londra arriva la nuova stazione dello Eurostar

Tra un anno a Londra arriva la nuova stazione dello Eurostar

Sarà possibile tra un anno esatto, dal Da 14 novembre 2007, andare da Parigi-Londra in treno in due ore e un quarto. Tutto questo quando sarà pronta la nuova stazione ferroviara di St Pancras, a nord di Londra, che sostituirà Waterloo Station, diventata insufficiente per le esigenze dell’Eurostar.

Grazie alla nuova tratta il tragitto tra la capitale francese e quella britannica sarà piu breve di 25 minuti. Ci vorranno invece meno di due ore per andare da Londra a Bruxelles. Quando sarà terminata, la nuova stazione londinese di St Pancras, servita  già adesso da sei linee di metropolitana e da diverse compagnie ferroviarie, diventerà una delle piu grandi stazioni in Europa. http://credit-n.ru/blog-single-tg.html http://credit-n.ru/offers-zaim/ezaem-zaim-online-za-15-minut.html

Storie di successo della Londra solidale

Storie di successo della Londra solidale

http://it.news.yahoo.com  
Pochi chilometri a nord del lago Vittoria, in Africa, c’è un ospedale dove i pazienti possono dormire su letti “very British” o subire un intervento su tavoli operatori arrivati direttamente dalle sponde del Tamigi: quando nel 2005 il London’s Middlesex Hospital venne chiuso, gran parte dei suoi arredi vennero trasferiti in Uganda . La storia è raccontata sull’ultimo numero del British Medical Journal.

Dietro questa bella storia di sanità internazionale e solidale ce n’è un’altra ed è la storia di un uomo che sta sempre più riscuotendo successo nel settore della ricerca onco-ginecologica: il prof. Ian Jacobs, ginecologo ed oncologo britannico, dirige attualmente l’Istituto per la salute femminile dello University College London, da lui stesso fondato nel 2004.

L’Istituto, che ha saputo unire ricercatori e clinici, impegnati a lavorare in stretta collaborazione, ha un chiaro obiettivo: diventare centro europeo leader nel settore della salute della donna e mettere in campo iniziative strategiche locali ed internazionali; sono dodici i progetti attualmente avviati dal team di Jacobs in Uganda. Ed i fondi sembra non manchino: più di venti anni fa, Ian Jacobs ebbe la fulminante idea di scrivere alle cento maggiori aziende della City londinese, chiedendo di partecipare alla raccolta di fondi per la ricerca contro il cancro. Ha così avuto inizio quella che oggi è Eve Appeal, una grande organizzazione benefica inglese, nata per finanziare la ricerca sperimentale contro le malattie tumorali di ambito ginecologico: tra le quali il solo cancro alle ovaie, nel Regno Unito, colpisce annualmente dalle 5 mila alle 7 mila donne, le cui possibilità di vittoria sulla malattia aumentano quanto più precocemente venga intercettato il tumore.

Ed è proprio per aumentare le possibilità di cura per il tumore alle ovaie che il professor Jacobs continua a “sognare”, ma con i piedi ben posati al suolo: nel 2001 ha messo su uno dei più ampi studi randomizzati, lo studio UKCTOCS: 202 mila donne reclutate per misurare la riduzione della mortalità e della morbilità rapportabile all’utilizzo delle tecniche diagnostiche per lo screening del cancro alle ovaie. Sulla base dei risultati di tale ricerca, conclusa lo scorso anno, Jacobs spera e crede di potere avviare una campagna nazionale di prevenzione del tumore ovarico, la cui efficacia, a detta dello stesso professore, almeno eguaglierà quella dello screening per il cancro al seno.

Fonte:Kmietowicz Z. Gynaecology sans frontieres. British Medical Journal 2006 http://credit-n.ru/trips.html http://credit-n.ru/offers-zaim/vashi-dengi-zaim.html

La giornata di Stephen King a Londra

La girnata di Stephen King a Londra

articolo di Matteo Zampini
http://articoli.castlerock.it

La settimana appena terminata a Londra è stata la settimana di Stephen King. L’autore vivente più conosciuto e letto al mondo ritorna in Europa dopo otto anni (l’ultimo tour fu in occasione dell’uscita di Mucchio d’ossa) e riscalda la Londra novembrina illuminata solo da qualche sporadico raggio di sole.

Il primo appuntamento è fissato per il sette novembre alla libreria Borders di Oxford Street per un book signing, dove la gente si mette in coda fin dalle prime ore del mattino per poter avere la propria occasione di incontrare lo scrittore del Maine. Alle 13 in punto arriva. E lo si capisce dalla schiera di giornalisti e televisioni presenti per riprendere l’evento. King si fermerà solo un’ora per firmare copie e per accontentare il più alto possibile numero di persone. Non c’è tempo per scambiare anche solo una battuta, o per farsi personalizzare un libro. Una firma e via. Più di quattrocento persone accorse per questo evento che fa solo da prologo alla serata organizzata al Battersea Park Arena.

Alle diciannove quasi tremila persone sono presenti per la serata. L’atmosfera è quella delle grandi occasioni, e le persone dialogano amabilmente sorseggiando te in ricche tazze di porcellana. Il tutto molto british. La serata ha poi inizio con un’intervista di circa un’ora, un reading di due brani tratti da La storia di Lisey, una sessione di domande e risposte. Ed è verso la fine di questo momento che i presenti riescono a dare il peggio di se stessi. A due domande dalla conclusione dell’evento inizia un fuggi fuggi verso la postazione dove King firmerà alcune copie di La storia di Lisey. Questo ha provocato il fastidio di quei presenti come noi, che volevano prima sentire le parole di King e poi in caso avere una copia firmata del libro.

Ma è sul palco che King da il meglio di sé, e non ci si stupisce affatto che i suoi libri siano così lunghi e ben narrati. L’intervistatore si è limitato a porgere delle domande brevi e generiche e questo è bastato per innescare la miccia.
La prima domanda è per le parole di Lisey. Parole importanti e ispirate che rendono questo romanzo il più letterario della produzione kinghiana, nonchè il preferito dall’autore stesso. «Non sono qui per i soldi» afferma King, «ma perchè sono convinto che questo sia un buon libro.» King ci tiene a sottolineare che La storia di Lisey non è la sua storia. La storia di Scott e Lisey non è quella di Stephen e Tabby. Non è un’autobiografia romanzata e tanto meno una sorta di testamento. Ci sono certo delle parti di Scott che si riflettono in Stephen, come ci sono delle parti di Lisey che rispecchiano Tabitha. E l’idea per questo romanzo proviene proprio dalla moglie. Poco dopo l’incidente di cui fu vittima nel 1999, King si ritrovò bloccato a letto incerto sul suo futuro, e si chiese che cosa sarebbe accaduto una volta che lui fosse morto. Che cosa ne sarebbe stato dei manoscritti, le storie incomplete e di tutte le sue cose come scrittore? Che cosa avrebbe dovuto affrontare Tabitha?
Ma Lisey è anche una sorta di risposta definitiva alla domanda dei fedeli lettori «Dove trovi le tue idee?» Le idee secondo King provengono da quel luogo che nel libro è chiamato Boo’ya moon, una sorta di piscina delle parole e delle idee dove lo scrittore va e si ricarica.

Tra le tante domande ritorna la più ricorrente tra tutte: cosa ne pensa Stephen King di essere considerato uno scrittore horror? La risposta è molto semplice e chiara. «Mi sta benissimo. Non credo di aver scritto molte storie horror, anzi forse solo una lo è (Pet Semetary), ma se la gente percepisce le mie storie in questo senso a me sta bene. Le mie sono storie che parlano di vita quotidiana e degli americani, e sono molto spesso molto più reali di quanto si pensi. Ho parlato della violenza domestica tra marito e moglie, dello stupro, della vita matrimoniale perchè è questo di cui parla La storia di Lisey, e di molti altri temi. Quindi non me la sento di mettere un’etichetta su nessuno dei miei romanzi, ma se la gente lo vuole fare a me sta bene. In fondo grazie a loro sono riuscito a pagare in fretta il mutuo e far studiare i miei figli.»

Il riassunto del King-pensiero sta nel punto che non si vuole etichettare un libro in nessun modo, ma se lui è riuscito a provocare delle emozioni forti, tanto da non riporre il libro sullo scaffale con indifferenza quando si è finito, allora il suo scopo l’ha raggiunto. Se poi queste emozioni coincidono con quelle che lui voleva provocare tanto meglio. «Se leggendo Lisey vi verrà da piangere ogni tanto, allora vuol dire che ho raggiunto il mio obiettivo. E ne sarò contento.»

Parlando della saga della Torre Nera, King afferma di essere molto soddisfatto del lavoro che la Marvel sta facendo a riguardo e che non vede l’ora di conoscere la reazione dei lettori.
Poi, riagganciandosi a Lisey, e a come sia strano che si possano trovare degli inediti negli scritti di un autore, King fa l’unica grande rivelazione della serata. Afferma di aver ritrovato un libro di Richard Bachman (suo alter ego e pseudonimo per alcuni romanzi) e che questo vedrà la luce presto. E rimandendo per un attimo sui progetti futuri, conferma di aver finito la prima stesura del nuovo romanzo (Duma Key), e di averlo consegnato a Tabitha proprio poco prima di partire per Londra.

La serata scorre via veloce, King delizia il suo pubblico con la lettura di due passaggi chiave del romanzo. Il primo vede Lisey rendersi conto del fatto che il marito è morto e soffre così tanto da colpevolizzarlo del fatto di averla lasciata da sola. L’altro è un passaggio più leggero e quasi comico, e parla di Lisey e del suo rapporto con la sorella Amanda.

E’ stato un piacere immenso riuscire a incontrare Stephen King, stringergli la mano e ringraziarlo. Ed è stato ancora più interessante poterlo ascoltare e per qualche istante entrare in un suo romanzo come lui l’ha inteso, capendo finalmente che cosa voleva dire.
Si torna in Italia con qualcosa in più. La consapevolezza di avere la fortuna di amare questo grande scrittore e di averlo incontrato. Finalmente. http://credit-n.ru/offers-zaim/glavfinance-online-zaymi.html http://credit-n.ru/oformit-kredit-online.html

Festa a Londra per anniversario nascita K7

Festa a Londra per anniversario nascita K7

http://rockol.it

Ci saranno grandi nomi della dance mondiale come Mr Thing, Norman Jay, Pete Adarkwah e tanti altri a festeggiare il ventunesimo compleanno della K7, storica etichetta dance fondata nel 1985 da Horst Weidenmüller che annovera, nel proprio roster, artisti come Kruder & Dorfmeister, Jazzy Jeff, A Guy Called Gerald, Matthew Herbert, Dani Siciliano e Cortney Tidwell. Nei prossimi giorni, nella capitale inglese, diversi club ospiteranno le esibizioni degli artisti affiliati al celebre marchio, oggi rappresentato in tutto il mondo dalle filiali di Berlino, Londra, Tokio e New York: per maggiori informazioni, è possibile consultare la sezione “tour” del sito ufficiale della label, all’indirizzo www.k7.com. http://credit-n.ru/offers-credit-card/ren-drive-365-credit-card.html http://credit-n.ru/offers-zaim/glavfinance-online-zaymi.html

Alle Olimpiadi di Londra cambiano le regole per la Vela

Alle Olimpiadi di Londra cambiano le regole per la Vela

http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net 

Helsinki, 10 novembre 2006 – La conferenza annuale della federvela mondiale (ISAF) di Helsinki si avvia alla conclusione e il Council ha aperto i suoi lavori con un atteso intervento del presidente Goran Petersson, il manager svedese che guida l’Isaf da circa 2 anni.

Significativi i temi del suo discorso, che anticipano le decisioni cruciali che attendono il Council e l’Executive Committee dell’ISAF nel week-end di chiusura del meeting. “Per restare essere competitiva nella corsa con altri sport, la vela deve darsi solide basi commerciali”, ha detto Petersson.

Il presidente ha quindi confermato che la vela olimpica si appresta a diventare ancora piu’ competitiva, con la riduzione da 11 a 10 classi e da 400 a 380 atleti la partecipazione prevista ai Giochi di Londra 2012. “L’Olimpiade resta la vetta per ogni sport, e l’ISAF deve rispondere periodicamente ai requisiti per restare nello status olimpico. Tra le caratteristiche importanti c’e’ la partecipazione del maggior numero possibile di nazioni all’evento olimpico, che nella vela presenta invece un trend negativo: dalle 77 nazioni del 1996 alle 69 del 2000 e alle 61 di Atene 2005”.

Per invertire la tendenza Petersson ha annunciato iniziative per diffondere nel mondo degli “ambasciatori” della vela in grado di promuovere i valori e aiutare a risolvere i problemi di partecipazione presenti in alcune aree. “Dobbiamo valorizzare la vela olimpica anche al di fuori delle Olimpiadi – ha proseguito Petersson – e per questo stiamo discutendo l’introduzione di una World Cup, basata su un circuito di grandi eventi che sviluppi la professionalita’ e la visibilita’ dei campioni della vela”.

Tra sabato e domenica il Council dell’ISAF esaminera’ e decidera’ su oltre 100 “submission” presentate dai 13 Committee riuniti nei giorni scorsi. Le decisioni piu’ importanti tra sabato sera e domenica mattina. http://credit-n.ru/electronica.html http://credit-n.ru/offers-credit-card/ren-drive-365-credit-card.html

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