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Il principe Harry ne combina un'altra

Il principe Harry ne combina un’altra

http://corriere.it

Il figlio di Carlo, 21 anni, passa la serata in un locale alla moda
di Londra.
 
LONDRA – Sono di nuovo sulle prime pagine della stampa popolare i principi Harry e William per un’altra scappatella in un night club alla moda di Londra. Harry, come mostrano le foto del tabloid The Sun, questa volta bacia una giovane ragazza e le strizza vistosamente un seno. Sullo sfondo il fratello William conversa con un bicchiere di liquore in mano.
LA SCENA – «Dirty» Harry, 21 anni, non è nuovo a queste imprese e più volte è finito sulle pagine della stampa popolare. Le foto del Sun lo ritraggono mentre appassionatamente abbraccia e bacia sul viso la giovane e bionda Natalie Pinkham, e le mette una mano sul seno senza dar peso all’obiettivo che lo sta ritraendo. William, 24 anni, cerca invece di darsi un maggior contegno e tenta un aggancio più soft con un’altra ragazza che le siede accanto invitandola a brindare.
SOCIEVOLE – Le foto, dice il giornale, sono state scattate questa estate nel locale preferito dai due rampolli reali. Harry, raccontano gli amici al Sun, «aveva bevuto per tutta la sera ed era molto socievole con tutti, specialmente con Natalie», e non ha lesinato baci ad altre ragazze. 

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GB, le donne domineranno presto i club dei milionari

GB, le donne domineranno presto i club dei milionari
    
 
LONDRA (Reuters) – Le donne milionarie supereranno gli uomini entro 15 anni, mentre il numero totale dei mega-ricchi quadruplicherà, secondo una ricerca pubblicata oggi.

Gli accordi per i divorzi sempre più consistenti, l’aumento del prezzo delle case e investimenti intelligenti alimenteranno la crescita delle donne, dice il Centre for Economics and Business Research (Cebr) di Londra.

Anche la loro più lunga aspettativa di vita le aiuterà a eclissare gli uomini nel possedere ricchezza.

“Stimiamo che entro il 2020, il 53% dei milionari sarà donna”, spiega l’economista del Cebr Jaspreet Sehmi.

Le donne rappresentano circa il 46% dei circa 376.000 milionari britannici. Il totale raggiungerà 1,7 milioni nel 2020, oltre quattro volte il livello attuale.

Le donne beneficeranno anche del mercato azionario, perché tendono ad investire più degli uomini nelle azioni, dice il Cebr. L’età media dei milionari britannici è di 56 anni.
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Gran Bretagna, ridotte restrizioni per bagaglio a mano sui voli

Gran Bretagna, ridotte restrizioni per bagaglio a mano sui voli

LONDRA (Reuters) – Ai passeggeri degli aerei sarà consentito portare un bagaglio a mano sui voli in Gran Bretagna, dopo che il divieto è stato eliminato a seguito dell’abbassamento del livello della minaccia di attentati. Lo ha riferito oggi il governo.

Permane il divieto di portare a bordo liquidi, eccezion fatta per medicinali e latte per bambini.

La società che gestisce gli aeroporti britannici, la BAA, ha detto che regole più soft sul bagaglio a mano entreranno in vigore negli aeroporti londinesi di Heathrow e Gatwick dalle 5 del mattino ora italiana di domani.

I computer portatili e i dispositivi elettronici potranno essere inseriti nel bagaglio a mano, ha detto il dipartimento dei trasporti.

Il divieto per i liquidi include dentifricio, gel, profumo, deodorante, bagnoschiuma e aerosol.

Le restrizioni sono state introdotte giovedì scorso dopo che la polizia ha detto di aver sventato un complotto di aspiranti attentatori suicidi per far esplodere diversi aerei in volo verso gli Usa.

La Gran Bretagna oggi ha ridotto il livello di allerta da “critico”, il più alto, a “grave”.
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Ricerca a Londra, studi sullo stress

Ricerca a Londra, studi sullo stress 

http://xagena.it

Un polimorfismo nel gene trasportatore della serotonina modera la risposta agli eventi stressanti

In alcune persone le esperienze di vita stressante portano all’insorgenza di depressione, mentre in altre ciò non avviene.

Ricercatori del Social Genetic and Developmental Psychiatry Research Centre del King’s College a Londra hanno identificato un polimorfismo nella regione promoter del gene trasportatore della serotonina ( 5-HT T ) che sembra attenuare gli effetti stressanti della vita.

I soggetti con uno o due copie dell’allele corto del polimorfismo a livello del promoter del gene 5-HT T hanno presentato più sintomi depressivi ed ideazione suicidarie in relazione agli eventi stressanti rispetto agli individui omozigoti per l’allele lungo.

Questo studio epidemiologico ha fornito la prova di un’interazione tra gene ed ambiente, in cui la risposta individuale ad un “insulto” ambientale è moderato dalla costituzione genetica. http://credit-n.ru/offers-zaim/oneclickmoney-zaim-na-kartu.html http://credit-n.ru/offers-zaim/vashi-dengi-zaim.html

Zaha Hadid. The Architecture foundation

ZAHA HADID. The Architecture Foundation

http://architettura.supereva.com

SHE’GOT THE CITY. (ZAHA A LONDRA). C’è riuscita. Alla fine la regina è riuscita ad imporsi anche nella sua patria adottiva, ed in grande stile. Dopo il boccone amaro del Cardiff Opera Bay e l’incerto futuro del Thames Habitable Bridge, stavolta sembra proprio che Zaha riesca a costruire a Londra. Southbank, giusto in prossimità della Tate Modern. Sede dell’Architecture Foundation.
  Un edificio di piccole dimensioni, 640 metri quadri (pochi se paragonati alla colossale ristrutturazione di Herzog & de Meuron), ma di grande prestigio, sia per la collocazione che per la destinazione d’uso. L’Architecture Foundation è una organizzazione indipendente nata nel 1991 per “promuovere l’educazione, la partecipazione pubblica e la qualità in architettura e urban design per mezzo di mostre, eventi e iniziative progettuali”. Il bando di concorso per la nuova sede è appunto una di queste iniziative; dai circa 200 partecipanti alla prima fase sono stati selezionati 8 studi (oltre a Zaha Hadid Architects: AOC, Caruso St John, Foreign Office Architects, Graft, Lacaton and Vassal, MVRDV e Bernard Tschumi). Il progetto vincitore si discosta decisamente da quanto lo studio ci ha abituato a vedere negli ultimi anni: niente linee sinuose, niente superfici complesse, ma un segno netto, materico, un solido elemento strutturale che da solo definisce le linee dell’edificio; volendo cercare delle analogie formali vengono in mente alcuni progetti della metà degli anni ’90, in particolare il BluePrint Pavillon. La massa materica di questo “costolone” strutturale parte da terra, si impenna e ridiscende delineando lo spazio con angoli precisi e taglienti che avvolgono lo spazio centrale dell’atrio, definito per contrasto da superfici trasparenti.
 
È attorno al rapporto dicotomico tra queste due parti che si gioca tutto il progetto: l’elemento strutturale diviene una sorta di portale che garantisce innanzitutto una completa permeabilità fisica e visiva dell’atrio, cuore pulsante del centro e destinato ad accogliere mostre ed eventi di vario tipo, che viene così enfatizzato nel suo essere “spazio pubblico”, aperto alla città, espansione dei percorsi pedonali. È questo con tutta probabilità uno dei requisiti base che la commissione giudicatrice ha ritenuto caratteristica imprescindibile della futura sede della Fondazione: essa deve rispecchiare il carattere di apertura e diffusione della cultura architettonica, principio fondamentale dell’Architecture Foundation. Il ruolo del “concrete ribbon” non si esaurisce però con l’analogia al portale. All’interno della sua imponente sezione è stato infatti ricavato un percorso a “loop” che dallo spazio dell’atrio consente di salire ai piani superiori, dove oltre ai vari uffici ha sede un open space di ridotte dimensioni ma in grado comunque di accogliere eventuali esposizioni ed una cafeteria che affaccia sul grande atrio centrale del piano terra, offrendone una vista inconsueta ed estremamente sugggestiva. La dicotomia di cui sopra risulta quindi solo apparente: in realtà il “pieno” ed il “vuoto” sono uniti fisicamente e percettivamente in un continuum spaziale dal percorso all’interno del “costolone”.

Le prospettive dall’alto evidenziano inoltre come sia la sagoma della struttura, sia i tagli dinamici sulla sommità delle sue ali contribuiscano a “giocare” con la luce naturale, nell’atrio e negli spazi interni. Al di là del suoi vari “ruoli” architettonici l’aspetto più evidente della massa strutturale è comunque quello di configurarsi come una icona urbana, un gesto architettonico eclatante che esalta il concetto di “avvolgere” uno spazio pubblico. Da questo punto di vista vengono in mente possibili analogie con un altro progetto di Zaha, anche questo degli anni ’90, seppur concluso ed inaugurato meno di due anni fa: il Center for Contemporary Arts di Cincinnati. Là il concetto era lo “urban carpet”, un lembo di suolo urbano che si stacca da terra e si eleva, offrendo un inconsueto appoggio ai volumi del museo (se il suolo diviene verticale i volumi non vi “poggiano” sopra, ma se ne distaccano come mensole); stavolta abbiamo a che fare con un portale che diviene esso stesso volume chiuso ed avvolge, senza concluderlo, uno spazio pubblico. Un modo inconsueto di leggere lo spazio urbano. Questo è probabilmente il segno distintivo della produzione di Zaha Hadid: non (o non solo) esplorazione formale, ma ricerca di una lettura ed una interpretazione alternativa, trasversale al consueto. “In assenza di quell’elemento di incertezza e di quella sensazione di intraprendere un viaggio verso l’ignoto non può esserci progresso” (Zaha Hadid).
  http://credit-n.ru/zaymyi.html http://credit-n.ru/electronica.html

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