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Jaguar chiude sede storica di Coventry

Jaguar chiude sede storica di Coventry

(Tratto dal sito Euronews.com)

La Jaguar dice addio al suo passato. La mitica auto sportiva di lusso ha venduto la storica fabbrica Browns Lane di Coventry, a nord di Londra.
Diventata un marchio dell’americana Ford, la Jaguar sposterà i dipendenti in un altro stabilimento per tagliare i costi.

Eppure non si puo’ non provare nostalgia guardando le vecchie immagini, quando la celebre auto faceva sognare intere generazioni: e i sogni, almeno, non costano niente. Ma si sa, la logica del business spinge a guardare verso il futuro, verso nuovi orizzonti, che significa poi nuovi mercati.

Chiusa Coventry, che d’altronde dal 2005 aveva già sospeso la produzione di auto, la Jaguar sarà costruita solo nei siti di Halewood, Birmingham e Gaydon, dove ci lavorano quasi otto mila dipendenti.

Dopo 55 anni Browns Lane diventerà la sede di un anonimo stabilimento per la costruzione di prefabbricati. Una vendita che ha fruttato alla Ford piu’ di 72 milioni di euro. Il colosso americano doveva studiare un modo per bilanciare le perdite e il calo nelle vendite della mitica automobile, trovando la soluzione forse meno gradita, ma sicuramente la piu’ efficace.

I dirigenti della Jaguar pero’ si sono fatti passare la nostalgia velocemente, pensando magari ai futuri bilanci del gruppo. Ma non sarà la stessa cosa per chi ha lavorato a Browns Lane per tanti anni, e vedrà la chiusura della fabbrica come il malinconico epilogo di un’epoca che vivrà solo nei ricordi. http://credit-n.ru/zaymyi-next.html http://credit-n.ru/offers-zaim/creditter-srochnye-zaymi-online.html

Londra, a scuola di impressionismo nell'hotel di Monet

Londra, a scuola di impressionismo nell’hotel di Monet
 
LONDRA (Reuters) – Un hotel di Londra offre agli appassionati d’arte la possibilità di emulare Claude Monet nella stanza in cui dipinse i suoi classici studi del tamigi.

Per 4.500 euro una coppia può soggiornare due giorni nella camera dell’Hotel Savoy in cui Monet dipinse circa 70 tele.

Il prezzo include il cavalletto, le tempere e i consigli di un insegnante su come riprodurre le celebri opere del pittore francese. “L’insegnante vi guiderà nella National Gallery per ammirare i quadri di Monet. E’ una piccola vacanza artistica” ha detto una rappresentante del Savoy.

La tradizione che ha visto molti artisti soggiornare al Savoy fu iniziata da James McNeill Whistler, seguito poi da Monet, Oskar Kokoschka e Andy Warhol.

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Preoccupazione per fuga di cervelli dall'Africa a l’Europa

Preoccupazione per fuga di cervelli dall’Africa a l’Europa
Sanjay Suri

LONDRA, 24 marzo 2006 (IPS) – Alcuni gruppi accademici in Gran Bretagna hanno espresso preoccupazione per l’aumento di ricercatori e professionisti africani che emigrano all’estero.

”È difficile tradurre in cifre questi eventi – le statistiche difficilmente rispecchiano la situazione – tuttavia sappiamo che esiste un indiscutibile flusso di competenze accademiche dall’Africa”, ha detto all’IPS Brian Everett, assistente del segretario generale dell’Associazione dei docenti universitari (AUT).

”Ciò avviene in tutte le discipline, ma soprattutto nelle scienze e nella medicina”, ha dichiarato.

”I movimenti migratori sono complessi e si basano su decisioni individuali spesso influenzate dallo stato dell’economia e dell’istruzione superiore nelle nazioni di provenienza”, ha proseguito Everett. “I paesi più sviluppati diventano chiaramente i maggiori beneficiari, malgrado la Cina si stia sviluppando a una velocità tale che presto potrebbe beneficiarne anch’essa”.

Si è svolta a Londra una conferenza sulla fuga di cervelli dall’Africa, organizzata dall’AUT e da un altro sindacato di docenti universitari, il NATFHE. Il tema della conferenza era: “Fuga di cervelli dall’Africa: una fortuna per la Gran Bretagna – una calamità per l’Africa?”.

”La fuoriuscita di valenti accademici dalla Gran Bretagna verso gli Stati Uniti è ben nota, ma una meno conosciuta fuga di cervelli sta strappando talenti accademici all’Africa sub-sahariana in favore del mondo sviluppato, con conseguenze dannose e potenzialmente disastrose”, rivelano le due associazioni in una dichiarazione congiunta. “La migrazione internazionale di accademici è molto gradita, perché utile alla vita universitaria e culturale”, prosegue il comunicato. “Tuttavia, accademici africani e inglesi sostengono che la fuga di cervelli dai paesi in via di sviluppo rischia di spogliare i loro sistemi di istruzione superiore, rendendo indispensabili misure adeguate per fermare il fenomeno”.

Everett ha dichiarato che “si può parlare della fuga di cervelli come di una catena alimentare; alcuni paesi africani – per esempio il Sud Africa – traggono vantaggio dai loro vicini, e allo stesso tempo Gran Bretagna e Stati Uniti, insieme ad altri paesi europei, ne traggono dall’intera Africa”.

Le conseguenze sull’Africa possono risultare allarmanti, ha proseguito Everett.

”Le conseguenze sono semplici, i paesi che perdono i cervelli non hanno le capacità di istruire i propri giovani e sviluppare la propria economia”, ha detto Everett all’IPS. “Dunque vacillano, oppure si aprono a un’istruzione privatizzata che lavora secondo le logiche del profitto e sostiene valori diversi, soprattutto rispetto alla libertà accademica e alla ricerca”.

La conferenza di Londra è un punto di partenza per “cercare delle soluzioni”, ha dichiarato Everett, “ma bisogna entrare nell’ottica di ricompensare i paesi che vengono privati delle loro competenze”. L’incontro di Londra nasce dall’idea di alcuni studiosi africani di valutare le conclusioni di un progetto congiunto delle associazioni e di approfondire proposte e azioni politiche che sindacati, organizzazioni non governative, università e governo inglesi dovrebbero adottare. “La Gran Bretagna ospita molti dei più validi studiosi di tutto il mondo, compresi alcuni provenienti da paesi poveri dell’Africa”, ha rivelato in una dichiarazione Paul Bennett, funzionario nazionale del NATFHE. “Possono venire – sono i benvenuti – e le nostre università ne trarranno grande beneficio, ma il rapporto è sproporzionato, spesso a discapito dei paesi di provenienza. Vogliamo che il governo ricompensi i paesi di esportazione e li aiuti a costruire i loro sistemi di istruzione superiore”. Everett sostiene che “quando un piccolo paese in via di sviluppo cede anche una piccola parte dei propri migliori docenti e ricercatori a un’università britannica, probabilmente sta perdendo una grossa porzione delle proprie fondamenta accademiche”. Dato che regole e percorsi migratori stanno cambiando, ha concluso, “bisogna vedere i benefici considerando lo spost http://credit-n.ru/offers-zaim/zaym-na-kartu_migcredit.html http://credit-n.ru/kreditnye-karty.html

Pappagallo salva padrone da incendio

Pappagallo salva padrone da incendio

(ANSA) – LONDRA, 24 MAR – Un pappagallo grigio africano, Merlin, ha salvato la vita al padrone, svegliandolo e permettendogli di fuggire da un incendio. L’uomo, che e’ sordo, non aveva sentito l’allarme antifumo, e il volatile ha iniziato a camminargli su e giu’ lungo le gambe, finche’ non l’ha svegliato. E’ accaduto nel West Yorkshire. Peter Taylor si era tolto l’apparecchio acustico e si era addormentato. Dopo poco si e’ sviluppato un incendio, che sarebbe stato fatale, se Merlin non fosse intervenuto.
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RICERCA USA: VENEZIA, LONDRA E NEW YORK SOMMERSE NEL 2100

RICERCA USA: VENEZIA, LONDRA E NEW YORK SOMMERSE NEL 2100
(AGI) – New York, 24 mar. – Alla fine del secolo, grazie all’effetto serra ed al continuo surriscaldamento dell’atmosfera, la terra tornera’ com’era esattamente 130 mila anni fa, fra le due ultime glaciazioni: semisommersa dalle acque. Scompariranno Venezia e parte delle principali citta’ italiane, Londra e New York. Il Pantheon a Roma sara’ appena sopra il livello del mare. Secondo una ricerca pubblicata oggi dalla rivista “Science”, intorno al 2100 le temperature medie saranno di quattro gradi piu’ alte delle attuali, e l’acqua degli oceani salira’ di sette metri grazie allo scioglimento dei ghiacci polari. Per l’Italia sara’ una catastrofe, ma non solo per l’Italia.
   Sono, del resto, dati che collimano con quelli pubblicati di recente sulla fusione dei ghiacciai alpini, anch’essi destinati a sparire nel giro di pochi decenni.
   Jonathan Overpeck, dell’universita’ dell’Arizona, uno dei padri della ricerca, mette in guardia: “se non ci piace l’idea di una nuova alluvione a New Orleans dobbiamo sbrigarci a prendere misure di largo impatto per bloccare le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera”. http://credit-n.ru/offers-zaim/moneyman-srochnye-zaimy-online.html http://credit-n.ru/offers-zaim/viva-dengi-credit.html

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