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London calling? E Ancona gliele suona!

London calling? E Ancona gliele suona!

di Marco Benedettelli
Urlo – Mensile di Resistenza Giovanile

Qui Londra. Qui la costellazione dei club epocali. Quelli che fanno costume, storia, metafisica. Che se vuoi capire non dico dove va il mondo, ma in che direzione smiccia uno dei suoi sessantanove occhi, una sera ci devi passare.
Farti servire un drink, mischiarti all’aggroviglio di gambe, rotondità e acconciature che ballano e si dinoccolano alle note di Dawid Bowie, The Others, the Rolling Stones, ecc ecc ecc…e se sei in buona iniziare ad ancheggiare anche tu. Poi mentre sei lì guardi verso la consolle per vedere in faccia chi è l’artefice di siffato sound.
Così strabuzzi gli occhi: “Ehhh…ma come! Quei tre dj sono di Ancona!! Sono Macca, Deli e Eric, il trittico della “Comcerto dj set”, che mette i dischi in locali del capoluogo marchigiano come il Thermos, L’Ascensore, il Barfly!” E allora ti domandi se qualcuno di soppiatto ti ha spruzzato una goccia di Lsd nel bicchiere, sicché dalla foresta celebrale principiano ad emergere allucinazioni.
No, non è un sogno lisergico.
Questa è una scena che potrebbe essere capitata a un qualsiasi anconetano/a dispersosi in una delle leggendarie dance – hall di Londra: proprio cinque delle più prestigiose, a fine novembre, hanno accolto i tre dj dorici come “special guests”.
Insomma, pare che i giovani Macca, Deli e Eric – al secolo Andrea Maccarone, Daniele De Liberato e Eric Bagnarelli – stiano già entrando nelle grazie di Sua Maestà la Regina, con i loro due tour già all’attivo in terra d’Albione. Uno a maggio, di tre tappe.
E l’altro a fine novembre, appunto, di cinque tappe.
Nelle loro scorribande hanno fatto girare i cd bei londinesi Frog, Mean Fiddler, Club NME, Sensibile Sundays, Death Disco, Notting Hill Arts Club, Panic, Roxy, ed altri ancora. Andando “a suonare” nella City, loro italianissimi, dei generi musicali nati e cresciuti proprio là, Oltremanica. Parliamo di quella miscela di sound dove confluiscono beat, rock’n’roll, britt pop, mod sound, indi, ska, soul e via discorrendo.

Ma come sono arrivati i tre giovanotti nella patria del Modernismo? La risposta è nella “Comcerto”, l’agenzia musicale aperta nel 2005 da uno dei tre, Eric Bagnarelli, che negli ultimi mesi è stata tra le anime più propulsive sulla scena del “rinascimento musicale” anconetano. Dietro parte dell’organizzazione della “Notte Bianca”, del “London Calling”, di alcuni concerti del Barfly… nonché dei Dj-set di Macca e Deli, c’è sempre la “Comcerto”.
Che Eric ha fondato dopo la sua esperienza a Londra, dove si è procacciato il pane con la “Mean Fiddler”, altra agenzia musicale (info: www.comcerto.it). Ed è proprio grazie agli amici londinesi che Eric ha portato ad Ancona artisti blasonatissimi dei paesi anglofoni, vedi i The Others e i Libertines.
E a far si, tornando a noi, che si materializzassero i due tour in cui ha accompagnato Macca e Deli in Gran Bretagna.

“Gli inglesi ci hanno accolto molto bene, ballando e apprezzando le nostre scelte. Agli attacchi di molti pezzi, la gente applaudiva e schiassava in segno di approvazionez/iZ” racconta Eric davanti ad un caffè.
“A noi piace far ballare un cocktail di generi musicali, che va dai Beatles ai Dirty Pretty Things. Musica non molto in voga in Italia, per lo meno ad Ancona. Dove nei grandi locali come l’Odissea c’è l’house e il commerciale. A Londra, invece, anche in locali gettonatissimi da un folto pubblico molto eterogeneo, capita spesso che si balli il rock, quello “scelto”. E così io Macca e Deli ci siamo messi in testa di “importare” questo genere musicale anche nelle notti doriche. E devo dire che ha funzionato. Ancona ha risposto con energia”.

In una delle ultime serate di Londra, mi raccontano Macca e Eric, sono venuti a trovarli Gary Powell (batterista dei Libertines), Alan Mc Gee (produttore degli Oasis), musicisti dei Cazals, dei The Thrills, Dominic Master dei The Others, (che tra l’altro li ospitava a casa sua) e ancora altri artisti che stanno facendo la nuova scena “indi”.
“Ci siamo messi a ballare tutti insieme in pista. È stato molto divertente”, racconta Eric.
“A forza di zingarate tra Ancona e Londra, fra noi e questi musicisti è nata una amicizia. Ora ci telefoniamo, ci scriviamo, ci confidiamo”.

A fine serata poi, spenta la musica, chiuso il club, i nostri tre tornavano a casa in taxi, mentre la notte si tramutava in mattino e il sole di Londra, col suo malato piglio dandy, tingeva il tamigi come una sciarpa luminosa. http://credit-n.ru/microzaymi-blog-single.html http://credit-n.ru/offers-zaim/creditter-srochnye-zaymi-online.html

La mecca dello shopping nata dal negozietto d’un droghiere immigrato

La mecca dello shopping nata dal negozietto d’un droghiere immigrato

Lorenzo Amuso IL GIORNALE.IT

da Londra

La scena si ripete, puntuale, ogni anno. Una lunga fila, smaniosa ma ordinata, lungo i marciapiedi dell’elegante quartiere di Knightsbridge davanti alla mecca dorata del consumismo moderno assurta a simbolo di Londra. Diviso in 300 reparti distribuiti su sette piani, 5.000 dipendenti tra commessi, detectives, vigili del fuoco e infermieri, Harrods è lo shopping a briglia sciolta e a ritmo incalzante. Si calcola che solo nella prima mezz’ora dall’apertura (ore 9) finiscano nelle casse del grande magazzino oltre un milione di sterline. Senza succursali nel mondo (solo 11 punti vendita in aeroporti asiatici ed europei), si estende su 75mila metri quadrati, con 46 ascensori che percorrono in un anno 80mila chilometri (quasi due volte il giro del mondo). Le sue 300 linee telefoniche, con tremila derivazioni interne, ricevono in media 12mila chiamate ogni giorno.
La stagione dei saldi attira sempre folle spaventose: da una media di 35.000 visitatori si passa a punte massime giornaliere di 250.000. Semplici curiosi, collezionisti, milionari, turisti, tutti in fila per scovare l’offerta più vantaggiosa (saldi fino al 75%), spaziando «dall’ago all’elefante» come recita l’adagio inglese. Il rito d’apertura è sempre lo stesso: una celebre madrina (negli anni scorsi tra le altre Cher, Sofia Loren, Raquel Welch, Victoria Beckham, la popstar australiana Holly Valance, Jennifer Love Hewitt, Lucy Liu) che giunge davanti alle 10 porte su una carrozza trainata da due cavalli neri. Ad accoglierla, in impeccabile smoking nero, il controverso proprietario, Mohammed Al Fayed, papà di Dodi e mancato suocero di Diana. Di origini egiziane, ma residente nel Regno Unito da oltre 35 anni, Fayed, che da anni cerca invano di ottenere il passaporto britannico, ha rilevato il magazzino dei «ricchi e famosi» nel 1985, pagandolo 615 milioni di sterline. Nel febbraio 1999 ha festeggiato – con una cerimonia faraonica e kitsch – i primi 150 anni di vita di quello che una volta era il piccolo negozio di Charles Henry Harrod, un droghiere dell’Essex trasferitosi a Londra. Originariamente situato in Cable Street nell’East End di Londra, solo nel 1849 Harrods si è spostato nell’elegante quartiere Knightsbridge. Negli anni seguenti si è allargato inglobando i negozi vicini, fino alla costruzione dell’attuale edificio, il cui esterno viene illuminato da 11.300 lampadine. In seguito alle accuse di Fayed all’establishment reale, nel 2000 Buckingham Palace ha cancellato Harrods dalla lista dei fornitori ufficiali. Uno smacco più simbolico che finanziario, anche se gli ultimi bilanci denunciano un’allarmante calo degli utili. Fedele al proprio motto «tutto per tutti dovunque», non solo i ricconi ma anche la gente comune si ritrova tra i 12 milioni di fedelissimi che ogni anno lasciano il negozio con in mano le celebri buste verdi a scritte dorate.
Linee esclusive con punte verso l’alto, come il diamante da 64,9 carati, in vendita in questi giorni a metà prezzo (2 milioni di euro), oppure i sandali più costosi del mondo composti da 642 rubini, per un totale di 120 carati, montati su platino (1,5 milioni di euro). O ancora l’orologio d’oro tempestato di diamanti con sconto del 50% (300mila euro), o Clive Christian N.1, il profumo da 170mila euro. Strenne natalizie «per tutti» ma non per il principe Filippo, messo al bando dai magazzini dal vendicativo Fayed. http://credit-n.ru/offers-zaim/ezaem-zaim-online-za-15-minut.html http://credit-n.ru/blog-single-tg.html

Gran Bretagna, Allo Studio 'Elmetto-Scanner' a Misura Di Neonato

Gran Bretagna, Allo Studio ‘Elmetto-Scanner’ a Misura Di Neonato

Milano, 28 dic . (Adnkronos Salute) – Un elmetto-scanner a misura di neonato. Portatile e preciso, fornisce immagini tridimensionali che permettono ai medici di fotografare lattivita del cervello, gli eventuali danni e lefficacia delle cure. Il nuovo strumento, che in futuro potrebbe offrire anche nuove speranze nella diagnosi e nella terapia dei tumori al seno, si chiama Monstir scanner ed e stato sviluppato dagli scienziati inglesi dellUniversity College di Londra, che al momento lo stanno perfezionando per renderlo ancora piu rapido nelle operazioni e piu comodo da trasportare. Le ricerche sullapparecchiatura sono state finanziate dallEngineering and Physical Sciences Research Council e dal Wellcome Trust.

Grazie allultimo arrivato tra gli scanner cerebrali – spiegano i suoi inventori – i medici potranno evitare di muovere il bebe da sottoporre agli accertamenti, eliminando le manovre ad alto rischio imposte dalla tradizionale risonanza magnetica (Mri). Oggi unalternativa alla Mri potrebbero essere gli ultrasuoni, che possono essere utilizzati anche al letto del malato, ma che non consentono di analizzare il funzionamento del cervello. Problemi superati invece dallelmetto-scanner. Monstir comprende 32 sorgenti di raggi laser a bassa intensita, che emettono brevi flash luminosi intercettati e letti da 32 detector. Uno speciale software fa il resto, mettendo a disposizione degli esperti foto in 3D. Leggendole si sapra quali zone del cervello ricevono ossigeno, dove il sangue scorre, dove localizzata la sospetta lesione, se il danno e gia clinico e come funzionano i farmaci.

(Opa/Adnkronos Salute) http://credit-n.ru/microzaymi-blog-single.html http://credit-n.ru/zaymyi-v-ukraine.html

Il segreto del successo? Denti bianchi

Il segreto del successo? Denti bianchi

Secondo uno studio britannico per avere la stoffa del leader bisogna avere un sorriso smagliante

Londra, 27 dicembre 2005 – Il successo nella vita è tutta una questione di sorriso.

O meglio di denti: averli bianchi e perfetti è la chiave per essere vincenti. Almeno secondo uno studio inglese condotto su un centinaio di volontari da un’equipe di psicologi sociali del King’s College di Londra. Fotografie alla mano, la ‘giuria’ arruolata dai ricercatori britannici giudicava una stessa persona in base alla sua dentatura. Chi mostrava carie visibili veniva ritenuto meno popolare e perfino meno intelligente, mentre chi sfoggiava arcate candide veniva definito più attraente e capace.

Dotato insomma della stoffa del leader. ‘Pensavamo che la gente preferisse un sorriso naturale’. Invece, complici i modelli imposti dai media, al giorno d’oggi ‘non è così’, spiega il professor Tim Newton, coordinatore dell’indagine. E il giudizio verso una dentatura difettosa, emerge dallo studio, era ancora più impietoso se ad averla è una donna. A riprova del fatto che che le femmine più dei maschi vengono ‘promosse’ o ‘bocciate’ soprattutto in base all’aspetto fisico
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Dario Alfè vince il ‘Nobel dei giovani scienziati’

Dario Alfè vince il ‘Nobel dei giovani scienziati’
Pubblicato il 28-12-2005

Un figlio della terra cusanese tra i giovani scienziati più brillanti che operano in Europa. Parliamo di Dario Alfè, figlio della professoressa di Cusano Mutri, Maria Cristina Cassella, e del preside Salvatrore Alfè, anche egli cusanese per scelta. Stiamo parlando di Dario Alfè, è risultato uno dei vincitori del premio EurYi (European young investigator award) 2005, considerato come il Nobel per i giovani ricercatori europei. Il fisico, ex studente della Sissa di Trieste e oggi professore associato dello University College di Londra, ha ricevuto un finanziamento del valore di 904,671 sterline, equivalente a 1,34 milioni di euro (che serviranno, ovviamente, per ulteriori importanti ricerche).Il premio gli è stato conferito durante il World Science Forum di Budapest (svoltosi dal 10 al 12 novembre). Va detto subito che si tratta di un premio importantissimo, visto che viene organizzato da venti organizzazioni scientifiche europee con lo scopo di “attrarre eccezionali giovani ricercatori da qualunque parte del mondo per lavorare – si legge in una nota – in Europa a beneficio della scienza Europea, e per costruire la nuova generazione di eminenti ricercatori in Europa”. I 25 vincitori sono stati selezionati tra 622 candidati e potranno utilizzare la somma di denaro per finanziare i rispettivi team di ricerca. Dario Alfè si è laureato nel 1993 all’Università di Trieste e ha successivamente conseguito il dottorato di ricerca alla Sissa. Nel 1997 si è trasferito all’Università di Keele, in Inghilterra, e poi a Londra allo University College, dove nel 2000 è diventato ricercatore della Royal Society e nel 2003 professore associato al Dipartimento di scienze della terra e a quello di Fisica e Astronomia.Si tratta, in realtà, soltanto dell’ultimo degli importanti riconoscimenti che l’Alfè sta mietendo per le sue importanti opere scientifiche. E prpprio per questo gli sono giunti i “complimenti ufficiali” dal sindaco cusanese Giuseppe Maria Maturo e dagli amministratori: “Con vero orgoglio si sottolinea – viene rimarcato con particolare enfasi nel documento che la Casa Comunale ha reso pubblico proprio in queste giornate di festività natalizie – un tale evento che porta lustro all’Italia ed in particolare al nostro comune”.
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