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Vivere nel Londonistan con la shar'ia

Vivere nel Londonistan con la shar’ia

di Daniel Pipes

http://opinione.it
In seguito agli attentati di Londra del luglio 2005, nel giro di pochi mesi furono condotti nel Regno Unito almeno otto sondaggi d’opinione tra i musulmani. Se aggiunte ai due sondaggi del 2004, complessivamente queste indagini demoscopiche forniscono un quadro generale monocromatico delle opinioni nutrite da circa 2 milioni di musulmani che vivono nel “Londonistan”. L’ostile mentalità rilevata dai sondaggi è particolarmente allarmante se si pensa a quanto asserito di recente da Sir Ian Blair, capo della polizia metropolitana di Londra, vale a dire che la minaccia del terrorismo “è molto sinistra” dal momento che “mentre parliamo ci sono persone in Gran Bretagna che stanno pianificando nuove atrocità”. Gli attacchi del 7 luglio. All’incirca uno su venti musulmani britannici approva apertamente gli attentati dinamitardi di un anno fa. Differenti sondaggi rilevano che tra il 2 e il 6 per cento degli intervistati approva gli attacchi, il 4% rifiuta di condannarli, il 5% ritiene che il Corano li giustifichi e il 6% sostiene che gli attentatori suicidi abbiano agito conformemente ai dettami dell’Islam.

Pur senza dichiararsi a favore degli attacchi, percentuali più alte di intervistati trovano una giustificazione ad essi: il 13% sostiene che gli attentatori del 7 luglio dovrebbero essere considerati come dei “martiri”; il 16% biasima gli attacchi, ma reputa che la causa fosse giusta, mentre il 20% nutre simpatia per “ i sentimenti e le motivazioni” dei perpetratori. Un buon 56% riesce a comprendere “i motivi che indussero alcune persone a comportarsi in tal guisa”. Aiutare la polizia? Un preoccupante numero di musulmani non aiuterebbe le forze di polizia se solo sospettasse che membri della comunità stessero pianificando un attacco terroristico, e le percentuali variano dal 5 al 14%, fino ad arrivare al 18 per cento. La violenza è ammissibile? Prima del 7 luglio, l’11% riteneva ammissibile che “gruppi religiosi e politici ricorressero alla violenza per fini politici”, ma dopo gli attacchi questa percentuale scese al 4%, registrando un insolito miglioramento. Due sondaggi rilevano che il 7% dei musulmani approva gli attacchi suicidi perpetrati ai danni di civili nel Regno Unito. (Tra i 18 e i 24 anni, la percentuale di coloro i quali sarebbero disposti a perpetrare attacchi del genere sale al 12%.) Alla domanda “Che ne diresti di attacchi suicidi contro le forze armate in Gran Bretagna”, risponde affermativamente il 16% e il 21% degli intervistati ( tra i 18 e i 24 anni la percentuale si attesta al 28%). I sondaggi hanno rivelato che l’1% degli intervistati ovvero circa 16.000 individui si dichiarano disposti ad abbracciare la violenza, nel tentativo di porre fine alla “decadente e immorale” società occidentale.

Musulmano o britannico. Le stime evidenziano che una maggioranza di musulmani avverte l’esistenza di un conflitto di identità britannica o musulmana. Due sondaggi rilevano entrambi che solo un’esigua percentuale di intervistati si considerano innanzitutto britannici (il 7 e il 12 per cento), ma le due indagini demoscopiche si discostano di gran lunga in merito alle percentuali di coloro che connotano la loro identità in base alla fede religiosa che professano (l’81 e il 46 per cento). Implementare la legge islamica. I musulmani concordano ampiamente sul fatto che la Shari’a (la legge islamica) dovrebbe regnare in Gran Bretagna. Il 40 per cento approva l’applicazione della Shari’a nelle aree a predominanza musulmana e il 61% desidera che i tribunali arbitrino in osservanza della legge islamica nelle cause civili tra musulmani. Almeno il 58% desidera che coloro i quali stigmatizzano ovvero recano offesa all’Islam siano perseguibili penalmente. Il 55% sostiene che alle scuole dovrebbe essere proibito di vietare alle allieve l’uso dell’hijab (il foulard che copre il capo), mentre l’88% insiste a dire che le scuole e i luoghi di lavoro dovrebbero adattare i loro orari a quelli delle preghiere giornaliere islamiche.

Integrazione in Gran Bretagna. Quasi in una immagine speculare, il 65% sostiene che i musulmani devono faticare molto per riuscire a integrarsi nella tradizionale cultura britannica e il 36% asserisce che i moderni valori britannici costituiscono una minaccia allo stile di vita islamico. Il 27% non sa se nutrire fedeltà nei confronti della comunità musulmana o verso la Gran Bretagna. Tra coloro i quali nutrono disprezzo verso la civiltà occidentale e pensano che i musulmani “dovrebbero tentare di porre fine ad essa” il 32% è disposto ad utilizzare dei mezzi non-violenti e il 7% preferirebbe utilizzare la violenza. Atteggiamenti nei confronti degli ebrei. I sondaggi confermano che l’antisemitismo assai diffuso nel mondo musulmano solleva altresì il suo pericoloso capo nel Regno Unito. Metà dei musulmani intervistati reputa che gli ebrei che vivono in Gran Bretagna esercitino una forte influenza sulla politica estera inglese e che siano alleati dei massoni nel controllo dei media e della politica del paese. Il 37% circa degli intervistati considera gli ebrei del Regno Unito come dei “legittimi bersagli della lotta per la giustizia in corso in Medio Oriente”e il 16% giustifica gli attentati suicidi in Israele. (Tra i 18 e i 24 anni, questa percentuale sale al 21%.). In breve, oltre la metà dei musulmani britannici è a favore della legge islamica e il 5% approva l’uso della violenza per raggiungere questo fine. Questi risultati dimostrano che i potenziali terroristi britannici vivono in una comunità altamente educativa.

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