Articoli su Londra

Alloggio a Londra Informazioni Corsi di inglese Lavoro Hotel e Ostelli in tutto il mondo Viamundis 

Cosa vedere a Londra (150 luoghi) Impara l'inglese: archivio di oltre 200 mila testi di canzoni 


Harry Potter batte tutti i record di vendite

Harry Potter batte tutti i record di vendite

LONDRA – Si avvia verso il Guinness dei primati il romanzo Harry Potter e l’Ordine della Fenice. Dopo il suo straordinario debutto alla mezzanotte e un minuto di venerdì scorso, il quinto libro della saga creata da J.K. Rowling, almeno in Gran Bretagna, continua a sorprendere: le catene di supermercati già registrano il tutto esaurito e si preparano a ricevere altri rifornimenti dalla casa editrice Bloomsbury. Le librerie online hanno i server intasati dagli ordini, le poste del Regno Unito hanno dovuto rafforzare il servizio. Ci si attendeva il record, ma forse siamo al di là di ogni previsione. E mentre le prime recesnioni non erano incoraggianti, il libro ha superato tre degli esami più difficili: la Bbc, il New York Times e soprattutto il Washinton Post ne danno un giudizio positivo. NUMERI DA MAGIA. Il gruppo di supermercati Sainsbury’s ha venduto in soli due giorni il doppio del numero di libri previsto, mentre la catena rivale Tesco ha venduto 317.400 copie nell’arco di 24 ore, pari ad una media di 220 libri al minuto. Per avere un’idea del successo del nuovo romanzo, basti pensare che durante la prima settimana di vendite, circa tre anni fa i supermercati Tesco commercializzarono solo 42.000 copie del quarto libro della serie, Harry Potter e il calice di fuoco. Nella catena di librerie WH Smith, la più importante del Paese, vengono vendute otto copie al secondo; in un’altra catena di supermarket, Asda, ne sono andate via 120mila. Il più importante sito di vendite on line, Amazon ha raggiunto, tra prenotazioni e vendite, più di 1 milione e 700 mila copie. Il servizio postale britannico, provato dalle dimensioni del volume – quasi 800 pagine – ha messo a disposizione 200 furgoni in più per la consegna dei libri venduti per posta. Anche negli Usa è record: nelle librerie della catena Barnes and Nobles sono state vendute un milione di copie nelle prime 48 ore. Nel primo giorno della messa in commercio il ritmo delle vendite è stato di 80 copie al secondo, ha detto l’amministratore delegato Steve Riggio. LA BBC. Scrive il critico della Bbc, Darreen Waters, sul sito della tv britannica: “Nessun vero fan di Harry Potter resterà deluso dall’Ordine della fenice”. “Grazie al cielo – si legge ancora nella recensione – J.K. Rowling non ha mutato alcuno degli ingredienti segreti che hanno reso i suoi libri un fenomeno mondiale. I bambini di tutto il mondo sprofonderanno nella lettura del quinto capitolo della saga come in una comoda poltrona e i pendolari di tutto il pianeta si terranno aggrappati alle loro copie”. Waters sottolinea come sia necessario aver letto gli altri capitoli per entrare a fondo nei complicati meccanismi della storia, ma che “una volta preso il ritmo” si va avanti con facilità. “La Rowling – continua – ha aggiunto ai personaggi una scala emotiva che si lega meglio agli eventi del libro. C’è grande tensione tra i tre amici (Harry, Hermione e Ron) man mano che crescono e acquisiscono senso di responsabilità. L’autrice riesce in modo ammirevole a tenere alta l’attenzione del lettore senza sforzo e a seminare gli eventi che caratterizzeranno il prossimo libro. Anche se le manca la poetica di Phillip Pullman e l’immaginazione di Tolkien, resta l’autrice di una delle migliori serie per ragazzi degli ultimi vent’anni”. IL NYT. Secondo il quotidiano americano, il libro è più noir e psicologico dei quattro volumi precedenti, con il maghetto spesso di cattivo umore. Una storia meno divertente e umoristica dei quattro primi episodi, ma pur sempre di altissimo livello. Scrive il critico Michiko Kakutani: “Anche se ci vuole un po’ di tempo prima di riuscire a penetrare in questa lunghissima storia, il talento dell’autrice e la sua immaginazione prendono rapidamente il controllo della situazione, mescolando il quotidiano con la magia, lo psicologico con l’allegorico, con grande autorità e disinvoltura”. IL WASHINGTON POST. Anche il giornale della capitale dedica ampio spazio a Harry Potter, studiandone soprattutto gli effetti sul pubblico nordamericano. “Harry Potter ha cambiato il mondo”, scrive il Wp, non esitando a fare parallelismi con la Bibbia, l’Iliade o l’Odissea, mettendo l’autrice, J.K.Rowling, sullo stesso piano di Newton e Charles Darwin, almeno dal punto di vista dell’influenza sulla società. Il principale quotidiano della capitale Usa rileva che il maghetto piace anche al Vaticano, perché il libro “aiuta i bambini a capire la differenza tra il bene e il male”, come spiegò mesi or sono padre Peter Fleetwood. Tre, in sintesi, le conseguenze negli Stati Uniti: Harry Potter ha trasformato in lettori i giovanissimi, nel paese della televisione sempre accesa; ha trasformato gli americani in critici letterari e cinematografici; ha fatto in modo che la gente ricominciasse a parlare di religione. (23 giugno 2003) http://credit-n.ru/offers-zaim/creditplus-online-zaimi.html http://credit-n.ru/kredity-online-blog-single.html

Nicole Kidman recita Virginia Woolf al cinema

Nicole Kidman recita Virginia Woolf al cinema
di CLAUDIA MORGOGLIONE
Sono in molti a prevedere che questa, per lei, sarà la volta buona. L’occasione giusta, il momento perfetto, l’anno di grazia in cui, finalmente, potrà stringere l’Oscar come migliore attrice tra le mani. Ottenendo così, col ruolo di Virginia Woolf nel drammatico The hours di Stephen Daldry, quello che non è riuscita a strappare col musical Moulin Rouge. Lei è Nicole Kidman, ovviamente, la diva bellissima che per interpretare la scrittrice inglese ha subìto una straordinaria trasformazione fisica. Accettando di imbruttirsi, di ingrigirsi nel volto e di mortificarsi nel fisico. Pur di conquistare i critici, pur di fare suo quel premio.

Invece l’anno scorso il trofeo più ambito dai divi di Hollywood le scivolò tra le dita. Malgrado il suo scontato ruolo di favorita, confermato dalla vittoria ai Golden Globe 2002. Anche lei, secondo indiscrezioni, ci aveva creduto fino all’ultimo: nel film mostrava di saper cantare, ballava, mostrava talento sia comico che drammatico. E invece… nulla. Con un sorpasso last minute, la statuetta andò all’afroamericana Halle Berry, protagonista di Monster’s ball. In un’edizione dominata dagli attori di colore, visto che il premio come miglior attore andò al Denzel Washington di Training day.
Insomma, per motivi artistici o per esigenze da “politicamente corretto”, l’ex moglie di Tom Cruise restò a bocca asciutta. Ma adesso, un anno dopo, eccola di nuovo in pista. Di nuovo super-favorita. Di nuovo in attesa della statuetta, e reduce da una doppia affermazione: ai Golden Globe (ancora), e al Festival di Berlino.

Certo, anche stavolta, ci sono avversarie agguerrite. A cominciare proprio da una delle altre interpreti di The hours, una Julianne Moore davvero in stato di grazia: la rossa attrice è candidata sia come non protagonista per la pellicola di Daldry, sia come protagonista del melò anni Cinquanta Lontano dal paradiso, diretto da Todd Haynes. Ruolo per il quale è stata già premiata all’ultima Mostra di Venezia.

Oltre alla Moore, Kidman deve vedersela anche con una Renée Zellweger in inarrestabile accesa, che recita, canta e balla nel musical Chicago: film leader delle nomination, con le sue tredici candidature. Molto minori, invece, le chance della brava Salma Hayek di Frida e della Diane Lane di Unfaithful.

Questa la cinquina di candidate. Ma gli esperti di previsioni, a partire da quelli del sito specializzato OscarWatch, non hanno dubbi: il 2003 sarà l’anno di Nicole. Il responso definitivo, per noi italiani, arriverà solo all’alba del 24 marzo (il 23 sera a Los Angeles), quando si svolgerà la cerimonia di premiazione.

(7 marzo 2003) http://credit-n.ru/zaymi-nalichnymi-blog-single.html http://credit-n.ru/offers-zaim/dozarplati-srochnye-zaimi-online.html

Anagramma nel film La Camera dei Segreti

L’anagramma nel film la Camera dei Segreti

Stafano Bartezzaghi
Adesso che, plausibilmente, Harry Potter l’avete almeno visto tutti (il film) ma io spero che lo abbiate anche letto (il libro) avete visto che nell’episodio della Camera dei Segreti c’è un anagramma. Un personaggio del passato che apparentemente è a favore di Harry Potter, Tom Orvolson Riddle all’improvviso rivela il segreto del suo nome: “Son io Lord Voldemort“. Voldemort è il nome che nessuno tranne chi non lo teme, come il fantastico Harry può pronunciare. E’ il nome del mago che vuole dominare il mondo. Da notare che nell’originale il nome è meno inverosimile: Tom Marvolo Riddle (anagramma I am Lord Vordemort), e che Riddle significa “indovinello”.

Come si realizza un anagramma in un film? Nel passato ci sono state varie animazioni di lettere che componevano diversi nomi, secondo lo schema dell’anagramma. A Blob si è visto il nome “Democrazia Cristiana” tramutarsi nella definizione anagrammatica: “azienda camorristica“: un ingegnoso sistema di animazione mostrava le due frasi e chiariva che erano composte dalle stesse lettere. In un altro Blob la consueta testata “Blob ieri” veniva tramutata nell’anagramma “Oribbile” (“orribile” in un finto romanesco) e che si trattasse di un anagramma era chiarito dal fatto che ogni lettera di Oribbile conservava il colore nero o rosso che ha normalmente nella testata di Blob.

Lettere che si muovono, dunque: ancora prima la terribile (teribbile?) pubblicità del ragazzino che non sapeva dire “Simmenthal” e diceva “Tinsemal” vedeva i due marchi animarsi e tramutarsi l’uno nell’altro.

Forse un giorno questi esempi saranno considerati i progenitori di un enigmistica video, un enigmistica di cui il capostipite è senza dubbio Marcel Duchamp. Nel 1925 Marcel Duchamp aveva incominciato a progettare un film, assieme a Man Ray. Anémic Cinéma (uscito nel 1926) già nel titolo è un anagramma. Mostra alcuni meccanismi spiraliformi che ruotano: vi sono scritte frasi che si trasformano nel loro anagramma (o, per chi conosce certi giochi francesi, nella loro contropèterie.

Nel film Harry Potter e la Camera dei Segreti, Riddle getta la maschera tracciando con la bacchetta magica le lettere del suo nome nell’aria: le lettere di fuoco, con un colpo di bacchetta, rivelano l’anagramma nascosto. Eh, sospirano gli enigmisti in sala: fosse tanto facile! Ma si sa che loro (noi) sono (siamo) solo dei babbani (gli umani, i non maghi). Se un babbano sapesse tracciare il nome di babbano con una bacchetta magica, e sapesse comandare alle lettere di anagrammarsi, diventerebbe un nababbo: ma allora non sarebbe un babbano.

(14 febbraio 2003) http://credit-n.ru/offers-zaim/fastmoney-srochnyi-zaim-na-kartu.html http://credit-n.ru/offers-zaim/webbankir-online-zaim-na-kartu.html

Non convince questo Ernest

Non convince questo Ernest

(Tratto dal quotidiano La Repubblica)

L’Ernest di Oscar Wilde era tutta un’altra cosa
di ROBERTO NEPOTI
Non contento di aver portato sullo schermo “Un marito ideale”, Oliver Parker ha riconvocato Rupert Everett per una nuova versione della più nota tra le commedie del divino Wilde.

E’ l’unico Oscar che Parker vedrà, perché il nuovo adattamento appartiene al tipo di film che (per parafrasare il drammaturgo), quando li hai visti una volta, non te li ricordi mai più. Nel mettere in scena la storia di Jack, che finge di chiamarsi Ernesto per conquistare l’amata, del suo amico Algernon e della graziosa Cecily, tutti si danno un gran daffare per mostrarsi british, ai limiti della parodia. Ma è peggio il tentativo di liberare il testo dal chiuso del palcoscenico, portandolo a prendere una boccata d’aria (anche in pallone aerostatico). Con l’effetto-boomerang di renderlo più anacronistico di quel che è. http://credit-n.ru/debitovaya-karta.html http://credit-n.ru/business-kredit.html

Il Principe William vuol comprare le lettere di mamma Diana

Principe WilliamWilliam vuol comprare
le lettere di mamma Diana
di PAOLO FILO DELLA TORRE

LONDRA – I principini William e Harry hanno deciso di sacrificare un quarto delle loro ricchezze per salvare la reputazione della madre, la principessa Diana: i ragazzi hanno fatto sapere di essere disposti a pagare dieci milioni di sterline – 16 milioni di euro, oltre trenta miliardi di vecchie lire – per assicurarsi le 64 lettere d’amore inviate da lady Diana al suo amante James Hewitt, che le ha messe in vendita.

Hewitt, sommerso dai debiti, ha annunciato la decisione di vendere la corrispondenza in un’intervista la Cnn, ma la sua scelta era già nell’aria: qualche settimana fa il tabloid popolare News of the World, già noto per i suoi scoop sui reali, ha mandato un suo redattore, spacciatosi per intermediario di un miliardario svizzero, ad avanzare un’offerta di dieci milioni di sterline per le lettere di Diana.

Il quarantanovenne ex cavallerizzo disse subito che la corrispondenza era in vendita, e accettò la falsa offerta: svergognato dal giornale, non si è fermato. Così oggi conferma la sua scelta e si dice pronto a cedere le lettere al migliore offerente, per una cifra non inferiore a quella offerta dal finto miliardario.

 

Un prezzo molto alto, se si tiene presente che le lettere non possono essere pubblicate. Lo ha deciso un tribunale dopo un altro trucco relativo a questa strana vicenda: qualche anno fa Hewitt annunciò che le lettere gli erano state rubate.

Ma con sorpresa generale, arrivarono sul tavolo del direttore del Daily Mirror con una proposta di acquisto per una cifra iperbolica. Il giornalista non batté ciglio e chiamò Scotland Yard: gli investigatori restituirono le missive alla madre di Diana, Frances Shand Kidd e a sua sorella Sarah McCorquodale. Solo dopo una battaglia giuridica Hewitt riuscì a rientrarne in possesso, ma con l’impegno che non sarebbero mai state pubblicate senza il consenso delle due donne e del vescovo di Londra.

Le missive potrebbero essere acquistate da chi intende magari a pagamento, esporle a curiosi clienti. Per esempio un qualche grande museo: proprio un museo, la British library di Londra, si è detta interessata all’affare. Per il momento la transazione è sospesa: per i responsabili dell’istituzione il prezzo richiesto è troppo alto, ma nulla esclude che le trattative si riaprano o che un altro acquirente si faccia avanti.

Per questo William e Harry, intenzionati ad evitare un ulteriore scandalo, sono disposti a pagare la cifra richiesta da Hewitt. Dai nonni Spencer e dalla stessa madre Diana hanno ereditato in tutto una quarantina di milioni di sterline: ora sarebbero disposti a pagarne un quarto per le lettere della madre.

Ma i ragazzi non avranno la disponibilità del denaro fino a quando non avranno compiuto i venticinque anni: per questa ragione è molto probabile che abbiano chiesto un prestito al padre Carlo e alla nonna Elisabetta. Nei prossimi giorni si capirà come finirà la vicenda: di certo, i due principi ne escono bene: la loro immagine è sempre più consolidata fra gli inglesi. Ne esce invece malissimo Hewitt: ma l’ex ufficiale ha già perso la sua reputazione qualche anno fa, quando compilò un libro nel quale raccontava alcuni dei più scabrosi segreti di Diana.

(13 gennaio 2003) http://credit-n.ru/offers-zaim/oneclickmoney-zaim-na-kartu.html http://credit-n.ru/offers-zaim/viva-dengi-credit.html

« Pagina precedentePagina successiva »