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J.K. Rowling è la più ricca d'Inghilterra

J.K. Rowling è la più ricca d’Inghilterra

LONDRA – Le magie del piccolo Harry Potter funzionano. Almeno per l’autrice della saga sull’apprendista mago, J.K. Rowling, che è risultata la donna più ricca d’Inghilterra. Sei volte più ricca della regina Elisabetta II. La creatrice del fortunato maghetto è infatti in cima alla lista del Mail on Sunday che ogni anno pubblica la classifica dei più ricchi del reame.

Joanne Kathleen Rowling, 37 anni, quest’anno ha guadagnato 48 milioni di sterline (77 milioni di euro) dalle vendite dei libri sul giovane Harry Potter e dai diritti cinematografici dei due film finora realizzati dalla saga (e dal merchandising realizzato intorno ai campioni d’incasso al botteghino). Secondo il settimanale la scrittrice ha venduto 58 milioni di copie dei primi quattro volumi solo nel 2002 (pari a circa 40 milioni di sterline), e naturalmente è già all’opera per una nuova avventura del piccolo mago.
Al secondo posto nella classifica delle donne più ricche c’è la cantante e attrice Madonna, americana ma residente a Londra dopo aver sposato il regista Guy Ritchie. I suoi guadagni sono stimati intorno ai 27 milioni di sterline (42 milioni di euro). Circa la metà della cifra, rileva il Mail on Sunday, proviene da un contratto stipulato tra la popstar e il gigante dell’informatica Microsoft, che ha utilizzato una delle sue canzoni, Ray of light, per promuovere il sistema Windows Xp.

Al terzo posto della classifica l’imprenditrice Robin Saunders, seguita dalla presentatrice televisiva Anne Robinson. Al quinto c’è invece l’attrice di origine gallese Catherine Zeta-Jones con 10 milioni e mezzo di euro. La lista prosegue poi, con la romanziera Jackie Collins e, al nono posto, Kylie Minogue che ha guadagnato otto milioni di euro, due posizioni più in alto della regina Elisabetta d’Inghilterra, i cui introiti “privati” per il 2002 sono stimati intorno ai 7,68 milioni di sterline, derivanti dall’affitto del ducato di Lancaster.

(29 dicembre 2002)

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La Camera dei Segreti Esce in Italia il secondo film di Harry Potter

La Camera dei Segreti Esce in Italia il secondo film di Harry Potter 
di ROBERTO NEPOTI 
 
La seconda puntata delle avventure di Harry Potter va subito al sodo. Rientrato precipitosamente a Hogwarts dopo una vacanza presso gli odiosi zii, il giovane apprendista stregone deve difendere l’amata scuola dalle forze oscure che l’assediano; e che minacciano lui in prima persona, come cerca di fargli capire con ogni mezzo l’elfo domestico Dobby. È in corso una cospirazione per epurare gli studenti mezzosangue, figli di maghi e “babbani”.

Mentre nell’istituto dilagano le pietrificazioni, Harry si batte all’ultimo incantesimo contro una (quasi) reincarnazione del suo eterno nemico Voldemort, sopravvissuta nelle pagine di un diario e celata in una mitica stanza segreta del maniero. Lo aiutano gli amici Ron e Hermione, mentre il vanesio Gilderoy Allock, docente di Difesa contro le Arti Oscure, si candida al premio per il più inetto dei protettori. Gilderoy (Kenneth Branagh) forma un terzetto di “new entry” con Ginny, sorellina di Ron, e col fantasma di Mirtilla Malcontenta, antica studentessa morta in circostanze misteriose.

Diretto da Chris Columbus, l’adattamento del secondo volume di J.K.Rowling provoca meno stupore di fronte alle meraviglie scenografiche (Hogwarts) e agli effetti speciali (la partita di quidditch), che lo spettatore conosce già; in compenso è più dark dell’episodio precedente, e anche più divertente. L’aspetto tenebroso asseconda bene il carattere “pedagogicamente corretto” del ciclo: crescendo, i ragazzi si addentrano nella propria metà oscura, con cui debbono fare i conti.

La parte divertente riguarda i personaggi non-umani, come Dobby, che per salvare la vita a Potter rischia più volte di ammazzarlo, o l’imbranatissimo gufo-messaggero. Il piacere dello spettatore è il risultato di un giusto dosaggio fra la tradizione favolistica antica – che materializza creature della mitologia classica come la fenice e il basilisco, oppure evoca il ciclo della Tavola Rotonda – e riferimenti più attuali (il personaggio del mago ciarlatano autore di best-seller, la Ford Anglia volante); senza trascurare una sequenza di ragni giganti presa a prestito dall’immaginario fantascientifico.

Se al film si può rimproverare un difetto è la lunghezza eccessiva, male ormai epidemico dei blockbuster ad alto costo: dopo due ore Harry Potter e la camera dei segreti è finito, eppure va avanti ancora per una quarantina di minuti. Piccoli maghi crescono: e piuttosto bene. Con l’eccezione del rosso Rupert Grint, a bocca spalancata dal primo all’ultimo fotogramma, i protagonisti minorenni subiscono un’adeguata evoluzione: l’Harry Potter di Daniel Radcliffe è più adulto e determinato; Hermione (Emma Watson) sta diventando una graziosissima preadolescente. Confermato il cast dei veterani tra cui, nella parte del venerando Albus Silente, si vede (come recita il vecchio aforisma, “il cinema è l’arte di far camminare i morti”) Richard Harris, scomparso appena pochi giorni fa.

HARRY POTTER E LA CAMERA DEI SEGRETI
Regia di CHRIS COLUMBUS
con DANIEL RADCLIFF, RUPERT GRINT, EMMA WATSON, KENNETH BRANAGH

(6 dicembre 2002)
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Lo scandalo adesso arriva ai Windsor

Regina ElisabettaRivelazioni choc sui rapporti tra un membro della famiglia reale e un dipendente del Palazzo

Londra, lo scandalo adesso arriva ai Windsor 

(Gentilmente tratto dal quotidiano La Repubblica)

di PAOLO FILO DELLA TORRE LONDRA

C’è un nuovo colpo di scena nella crisi che avvolge Buckingham Palace. Nello scandalo sui valletti omosex non sarebbero coinvolti solo maggiordomi e valletti: anche un esponente della famiglia reale sarebbe stato protagonista di un episodio scabroso durante un incontro con un cameriere di Elisabetta. Questa storia sarebbe contenuta nella famosa registrazione nella quale il valletto di corte George Smith descriveva come era stato violentato. Nei nastri (che nessuno sa se siano stati distrutti o nascosti) in cui è registrata la conversazione tra Diana e l’uomo che accusa un suo collega di averlo sodomizzato, ci sarebbe la descrizione del rapporto gay tra un parente della sovrana e un suo dipendente. In Inghilterra si continua intanto a evitare di fare nome e cognome del servitore di Carlo accusato da Smith di violenza sessuale. Una eccezionale pubblicità è stata data dai mass media britannici al fatto che tale identità sia stata ieri menzionata da Repubblica. I giornali britannici si disputano a colpi di centinaia di migliaia di sterline le rivelazioni delle “gole profonde” che hanno l’effetto di aumentare le tirature. Le storie vengono definite “squallide”, “vergognose”: ma sono proprio i quotidiani che nelle pagine dei commenti esprimono maggiori preoccupazioni per l’immagine della famiglia reale a insistere poi nelle cronache sui dettagli più scandalistici. L’ex maggiordomo di Diana, Paul Burrell, che aveva venduto al Daily Mirror le sue memorie, ora è partito per l’America per guadagnare altre somme di denaro con i suoi racconti boccacceschi che avrebbero avuto come protagonisti Diana, Carlo, i loro parenti e soprattutto gli amanti della principessa. Burrell non sembra turbato da altre rivelazioni che lo riguardano. Pur essendo ora sposato con una donna, il maggiordomo pochi anni fa avrebbe chiesto al proprio amante australiano di regalargli un anello di fidanzamento. E aveva annunciato che il matrimonio con il suo compagno sarebbe avvenuto “in bianco”. Probabilmente intendeva indossare per l’occasione uno dei vestiti di Diana molto scollato. La regina madre aveva molto senso dell’umorismo e rideva delle storie dei suoi dipendenti omosessuali che chiamava “le zie” oppure “le altre regine”. L’attuale sovrana, invece, reagisce perdendo il suo proverbiale controllo. (12 novembre 2002) http://credit-n.ru/offers-zaim/denga-zaimy-nalichnimi.html http://credit-n.ru/offers-zaim/denga-zaimy-nalichnimi.html

Vialli il Chelsea e giocare in Ighilterra

Vialli il Chelsea e giocare in Ighilterra

di EMILIO MARRESE

“Allenare la Juventus è il massimo al mondo”. Così disse Gianluca Vialli, non molto tempo fa. Nel frattempo, però, potrebbe doversi accontentare di allenare l’Italia, sempre che la scelta della Figc cada su di lui nonostante l’opposizione di chi, come Franco Sensi, tutta quella juventinità manifesta non la gradisce affatto. Nell’attesa della panchina bianconera sicuramente Vialli, 38 anni, ritroverebbe quella passione per la nazionale che negli ultimi anni si era un po’ scolorita, dai mondiali americani del ’94 (dove Sacchi non lo volle) fino agli ultimi nippocoreani quando alla vigilia ammise che sì, avrebbe tifato Italia “perché è pur sempre il mio Paese. Ma non come prima”.

Per quanto ruolo difficile e ingrato, la guida della nazionale non sarebbe male come consolazione dopo i due dolorosi esoneri inglesi. Specie l’ultimo al Watford nella serie B britannica, la First Division, dove l’anno scorso non è riuscito ad andare oltre il 14esimo posto finale: probabilmente, però, il contratto triennale (da un milione e mezzo di euro) sarebbe stato ugualmente rispettato se l’ex club di Elton John non avesse avuto gravi problemi economici. Più traumatico fu il divorzio improvviso dal Chelsea nel settembre del 2000 dopo 4 anni da giocatore e allenatore con 5 trofei vinti (tra cui una Coppa delle Coppe e una Supercoppa europea). Ruppe con lo spogliatoio, specialmente con Zola e Deschamps, e il presidente Bates non esitò a licenziarlo: “Uno choc dal quale mi ci sono voluti sei mesi per riprendermi”, confessò poi.

E’ stato duro scoprire che il calcio non è poi così allegro e leggero nemmeno a quelle latitudini, tanto più per uno come lui che certo non vive il lavoro col distacco svedese di Eriksson: “Negli ultimi sette mesi al Watford la mia fidanzata mi ha detto che lo stress mi aveva anche cambiato i connotati, invecchiandomi”.

Figuriamoci come se lo ritroverebbe la bella arredatrice sudafricana Cathryn se dovesse partire con l’obbligo di salvare l’onore della patria e portarla agli Europei in Portogallo. Ma a partire con l’handicap, da ormai esperto golfista, è abituato.

Vialli ha il carisma, la leadership e la giusta ambizione per sedere su una grande panchina. Nella sua seconda vita calcistica s’è portato dietro le doti che lo avevano reso grande nella prima: caparbietà, serietà, meticolosità. Il Vialli tecnico è un perfezionista, quasi maniacale nella cura del dettaglio. Che questo possa poi bastare per raccogliere risultati, è un’altra faccenda. Il calcio cui si ispira, notoriamente, è quello di Lippi. “Il 4-4-2 con due ali che attaccano è il modulo che copre meglio il campo ma lo schema perfetto non esiste, così come non esiste il giocatore perfetto. Esiste il lavoro, la conoscenza del gioco e degli uomini. Una squadra si costruisce sull’asse portiere-centrale difensivo-regista-centravanti. Per le mie squadre cerco inizialmente uomini importanti, consapevoli, forti, flessibili. Gente che risolva i problemi e non li crei. Devono avere carattere e sapere che a volte avere carattere significa rinunciare per primo. Vivere è già difficile, giocare a calcio bene quasi impossibile. Il fatto che qualcuno ci riesca credo sia uno spettacoloso segno di speranza sulle possibilità dell’uomo”.

Il fiocco azzurro sul portone della sua villa londinese da 6,5 milioni di euro ad Hampstead potrebbe essere dunque attaccato tra qualche giorno, a dieci anni di distanza dall’ultima apparizione in campo, il 19 dicembre del ’92 a Malta: 59esima e ultima partita con gol, il 16esimo. Aspettando la chiamata di Carraro, Vialli segue le vicende in costante contatto coi suoi amici italiani, tra cui ovviamente Mancini. E se l’ipotesi azzurra diventerà realtà, al Trap potrebbe regalare una copia del Vialli European Manager, il videogioco cui ha recentemente dato il nome, per le sue serate libere. Ma tranquille.

(23 ottobre 2002) http://credit-n.ru/microzaymi-blog-single.html http://credit-n.ru/kreditnye-karty-blog-single.html

Harry Potter miglior libro per ragazzi mai scritto

Harry Potter miglior libro per ragazzi mai scritto

LONDRA – Harry Potter è il migliore. Almeno così la pensano – secondo un sondaggio della casa editrice britannica Kumon – gli adulti e i ragazzi inglesi. Il primo romanza della saga della scrittrice scozzese Jaoanna K.Rowling, “Harry Potter e la pietra filosofale”, sarebbe il miglior romanzo per ragazzi di tutti i tempi.

Chissà che ne pensano Collodi e il suo Pinocchio, Hans Christian Andersen e la sua sirenetta, Rudyard Kipling e il suo ragazino allevato nella giungla. Tutti in soffitta, anche se è solo un sondaggio realizzato su un campione di mille adulti e mille bambini. Grandi e piccoli di Sua Maestà ai grandi classici ormai preferiscono i maghetti e le atmosfere neogotiche della Rowling.

Anche gli altri romanzi di Harry Potter (“Il calice di fuoco”, “La camera dei segreti” e “Il prigioniero di Azkaban”) vanno forte. Tutti ai primi posti della top-ten dei libri per ragazzi di ogni tempo. Tra i dieci migliori libri segnalati dal campione di lettori inglesi ci sono anche le storie di “Winnie the Pooh”, create da A.A. Milne, i racconti di C.S. Lewis, e autori come Enid Blyton (scrittrice e insegnante inglese che ha venduto milioni di copie con titoli come “La cima dei contrabbanideri e il castello sulla scogliera”), e Roald Dahl, l’inventore di personaggi come la Strega Suprema o la Direttrice Spezzindue, vendutissimo dalla Gran Bretagna alla Cina.

Ma il primato indiscusso, dicono grandi e piccoli inglesi, va alle storie del tenero ma determinato maghetto Harry, che hanno venduto finora circa 100 milioni di copie nel mondo, con traduzioni in 42 lingue. Un incoraggiamento in più per l’autrice Rowling, che proprio la scorsa settimana ha annunciato di voler terminare la quinta puntata della saga (“Harry Potter e l’Ordine della Fenice”) entro il prossimo Natale.

(24 settembre 2002) http://credit-n.ru/offers-zaim/joymoney-srochnye-online-zaymi.html http://credit-n.ru/offers-zaim/greenmoney-online-zaymi-za-20-minut.html

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